Docenti precari vanno assunti dopo 36 mesi, Pacifico: il Comitato europeo dà ragione alla battaglia storica Anief [INTERVISTA]
Il Comitato europeo per i diritti sociali di Strasburgo accoglie il ricorso n. 146/2017 presentato da Anief, contro la reiterazione dei contratti a termine sottoscritti nei confronti degli insegnanti precari in Italia, senza tenere conto dei tre anni di supplenze massimi consentiti in tutti i Paesi membri. In diretta la conferenza stampa.
“Abbiamo fatto un reclamo collettivo al Comitato europeo per i diritti sociali, che è un organo del Consiglio d’Europa a cui si possono rivolgere le associazioni quando ritengono che lo stato viola uno o più articoli della Carta sociale europea. Il reclamo 146 del 2017 in particolare riguarda il personale che non è inserito nelle Gae, quindi tutti quei docenti che non sono inseriti in questo doppio canale di reclutamento”, spiega il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico.
“L’anno dopo – continua Pacifico – abbiamo presentato un secondo reclamo collettivo ed è stato dichiarato ammissibile. C’era poi stata la legge 107 intervenuta per rispondere alla sentenza Mascolo, che aveva stabilito che il sistema di reclutamento in Italia andava a violare la direttiva comunitaria sui contratti a termine. La legge 107 con decreti delegati aveva previsto dei concorsi da espletare ordinari e riservati. Nel frattempo c’era stato il decreto legislativo 66 del 2017 che prevedeva questi nuovi tre concorsi. Noi abbiamo sostenuto che comunque questo sistema così come era non evitava il continuo reiterato abuso dei contratti a termine. Dopo la legge 107 era intervenuta anche la Cassazione con la sentenza 22558 del 2016 e prima la Corte costituzionale con la sentenza 187 del 2016 e avevano detto che con la legge 107 si era risolto il problema del precariato. Noi con questa azione abbiamo dimostrato che la legge 107 non ha risolto il problema del precariato, e che ci sono i precari, all’epoca i precari di terza fascia, che continuano ad essere discriminati perché non hanno un canale di reclutamento ad hoc che li permetta di essere assunti”.
La riapertura delle Gae è sempre stata la vostra richiesta
Anief le ha riaperte nel 2008, nel 2012, con la legge 107 ad oggi nessuno ha voluto più riaprire le Gae. Il concorso straordinario in corso dovrebbe ammettere tutti coloro che hanno fatto richiesta all’epoca e dovrebbe periodicamente, ogni anno, essere bandito per aggiornare la graduatoria finale. Le graduatorie finali potrebbero essere un sistema che supera le Gae ma a condizione che nessuno venga bocciato, che tutti possano essere inseriti nella graduatoria finale.
Quali ripercussioni?
Nel momento in cui il nuovo governo si insedierà dovrà risolvere questa questione.
Quanto accolto si può estendere con chiunque ha 36 mesi di servizio, in linea teorica: al personale docente di religione cattolica che non ha una graduatoria riservata, agli educatori, al personale che insegna nell’infanzia e primaria. Nel 2018 Anief ha presentato un altro reclamo che sarà discusso il prossimo anno dove abbiamo denunciato per i diplomati magistrale il mancato inserimento nelle Gae. Per coerenza anche questo verrà accolto. Ne stiamo presentando un altro per gli Itp, quindi di fatto tutti coloro che hanno titolo e hanno insegnato nelle nostre scuole devono arrivare al ruolo.
Iter ed efficacia del reclamo?
Il parere viene trasferito al Consiglio dei ministri della comunità europea che a sua volta deve notificare allo stato la violazione e chiede di rientrare nella norma. Questa procedura è ancora lontana, ma noi chiediamo di non aspettare. Nel frattempo noi in tutti i giudizi pendenti che riguardano le graduatorie ad esaurimento presenteremo questo reclamo come documento.
E’ una battaglia che Anief porta avanti fin dalla sua fondazione: all’inizio abbiamo fatto in modo che il personale inserito nelle Gae potesse prima cambiare provincia poi essere assunto attraverso il concorso e call veloce. Anief si è sempre battuta per aggiornare le graduatorie, non abbiamo mai pensato che questo sistema delle Gae dovesse essere chiuso. Diciamo che il Comitato europeo dei diritti sociali dà ragione a una battaglia storica del nostro sindacato.
Tutto questo si collega, tra gli effetti, alla decisione che la Commissione europea deve dare sulla procedura di inflazione 4231/2014 contro lo stato italiano. Il prossimo ministro dell’istruzione dovrà necessariamente occuparsi di tutto il sistema di reclutamento e di tutto quel personale docente che non è inserito nelle Gae. Le soluzioni non possono che essere quelle indicate dal Consiglio d’Europa.