Docenti lavorano meno degli altri colleghi europei, ma il lavoro sommerso è di 1660 ore, per i supplenti 1580. Quanto valgono economicamente?

Un’analisi comparativa dei dati OCSE evidenzia come l’orario contrattuale degli insegnanti italiani risulti inferiore rispetto a quello di altri Paesi europei. Nella scuola primaria, ad esempio, in Francia gli insegnanti rimangono in classe circa il 20% di tempo in più rispetto ai colleghi italiani.
Nel settore della scuola secondaria di primo e secondo grado, il Regno Unito prevede per gli insegnanti un impegno annuo di 855 ore, con una differenza di 238 ore rispetto all’Italia.
Studio sul carico lavorativo annuale
La giunta provinciale dell’Alto Adige ha commissionato uno studio per quantificare il carico lavorativo effettivo degli insegnanti. L’indagine, condotta su 5.200 docenti della provincia, ha rilevato che:
- i docenti di ruolo lavorano 1.660 ore annue;
- i supplenti totalizzano circa 1.580 ore;
- i docenti delle scuole superiori raggiungono 1.677 ore annuali;
- i professori della scuola media si attestano su 1.630 ore.
Le differenze di genere mostrano che gli uomini lavorano in media 1.648 ore annue, mentre le donne 1.639, dato attribuito a un maggiore carico domestico per le insegnanti.
In media, il lavoro docente equivale a circa 36 ore settimanali per 45 settimane l’anno.
Impegni oltre le ore frontali
Oltre alle 18 ore settimanali di insegnamento frontale, il lavoro sommerso include numerose attività, tra cui:
- stesura delle programmazioni didattiche di inizio e fine anno;
- elaborazione di PEI e PDF;
- attività di coordinamento, spesso retribuite in modo marginale;
- organizzazione e partecipazione a uscite didattiche e viaggi d’istruzione;
- compilazione dei registri scolastici;
- stesura di progetti educativi;
- formazione continua;
- correzione delle verifiche scritte;
- preparazione delle lezioni;
- allestimento degli ambienti di lavoro;
- colloqui con i genitori;
- partecipazione a riunioni scolastiche.
In anni recenti si sono inoltre aggiunte incombenze relative ai BES, alle prove INVALSI e alla necessità di adattarsi a nuovi strumenti informatici richiesti dalla gestione didattica e amministrativa.
Il valore economico del lavoro sommerso
Considerando una tariffa oraria di 17,50 euro, il valore del lavoro sommerso si aggira intorno ai 14.000 euro annui per docente. Questa cifra rappresenta una stima generale, non differenziata per ordini di scuola o discipline insegnate.
Anche durante i periodi di vacanza, come Natale o Pasqua, il lavoro non si interrompe: i docenti impiegano ore nella correzione di compiti, nella preparazione di materiali didattici e nella gestione delle scadenze scolastiche. In alcune fasi dell’anno, il carico di lavoro extra può superare le 50 ore, per un valore che può arrivare fino a 800 euro.
Il confronto con l’opinione pubblica
Il lavoro sommerso costituisce spesso il nodo centrale di una percezione pubblica distante dalla realtà professionale. Tra i commenti raccolti nella nostra community emerge:
- “Ma tanto per l’opinione pubblica siamo solo una categoria di privilegiati con 3 mesi di ferie e 18 ore settimanali”;
- “Preparazione delle verifiche. Nessun insegnante degno di questo nome usa le verifiche già pronte del libro dell’insegnante!”;
- “Le 18 ore di cattedra sono le più belle… tutto il resto è un sommerso…”;
- “Mi basterebbe non dover svolgere così tanto lavoro a casa dopo essere uscita da scuola. Anche noi docenti abbiamo una vita e dei figli”;
- “Preparazione delle verifiche, adattate a OGNI alunno. Ormai si preparano 5 tipi diversi di compito su una classe da 20”.