Docenti, in Italia meno ore di lavoro rispetto ad altri Paesi europei: ma 1.660 ore extra in un anno di lavoro sommerso
Gli insegnanti italiani lavorano meno dei colleghi europei? Sembrerebbe di si dai dati dell’OECD riportati dal volume “Scuola, i numeri da cambiare”, edito da Giunti. In realtà le cose non stanno esattamente così.
Fra i vari punti trattati dal volume, infatti, c’è una comparazione del numero di ore annuali di insegnamento per grado di istruzione.
Il grafico riportato evidenzia come in Italia l’orario contrattuale di insegnamento sia sensibilmente inferiore a quello di altri Paesi europei, soprattutto per quanto riguarda la scuola primaria, dove si evince che in Francia, ad esempio, gli insegnanti stanno in classe circa il 20% in più.
Per la scuola secondaria di primo e secondo grado il Regno Unito prevede 855 ore annue di servizio per gli insegnanti, uno scarto di 238 ore in più rispetto ai colleghi italiani.
Tuttavia, è bene precisare due aspetti fondamentali per la comprensione di tali numeri: prima di tutto il nostro Paese utilizza più docenti rispetto agli atri Paesi a parità di studenti.
Dov’è tutto il lavoro sommerso?
In secondo luogo, e qui l’analisi prende una luce evidentemente più chiara, il raffronto si concentra sulle ore contrattualizzate relative alle ore di insegnamento. Infatti, se rispetto alla media europea il carico didattico di aula è inferiore, il lavoro degli insegnanti italiani non si esaurisce con la sola didattica frontale e include anche attività diverse come la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti e impegni di tipo amministrativo (ricevimento dei genitori, partecipazione agli organi di governo collegiale).
Il punto è proprio questo: per questa tipologia di incombenze, a differenza dei loro colleghi, gli insegnanti italiani non vengono contrattualizzati. Cioè, non è possibile misurare l’effettivo orario di lavoro dei docenti italiani in quanto a livello contrattuale non sono comprese tutte le ore di lavoro sommerso.
Alcune indagini sulle ore di lavoro effettive degli insegnanti
Secondo lo studio commissionato dalla giunta provinciale dell’Alto Adige, i docenti di ruolo lavorano 1.660 ore in un anno, mentre i supplenti 1.580 ore.
Gli insegnanti che maggiormente svolgerebbero lavoro sommerso sarebbero quelli delle scuole superiori, con 1.677 ore annue totali. I prof della scuola secondaria di primo grado lavorano 1.630 ore. Gli uomini lavorano un po’ di più, 1.648 ore, le donne 1.639 ore in un anno.
Sul tema ricordiamo anche il sondaggio dell’Osservatorio conti pubblici italiani dedicato propio alle ore lavorate dai docenti italiani che ha messo in luce la differenza tra le ore indicate dal contratto collettivo rispetto a quelle effettive di lavoro.
L’indagine dell’Osservatorio CPI mostra come “i docenti (italiani e non) svolgono una serie di ulteriori attività extra-insegnamento nell’ambito della propria professione. Alcune di queste sono legate alla sfera strettamente scolastica, come la preparazione e la correzione di verifiche scritte o la partecipazione a collegi docenti, consigli di classe, di dipartimento e colloqui con i genitori. Altre riguardano adempimenti burocratici, come la compilazione del registro elettronico o la stesura di rapporti sull’attività di insegnamento“.
Quello su cui si sofferma l’Osservatorio riguarda il fatto che tutte queste mansioni non sono coperte esplicitamente, in termini di ore di lavoro, dal CCNL Istruzione e Ricerca. Inoltre, non esistono chiare statistiche ufficiali sul tempo speso dagli insegnanti in queste attività.
I risultati dell’indagine, che si riferiscono alla sola scuola secondaria, mostrano che il totale di ore settimanali effettivamente lavorate sia in media di poco inferiore a 36, composto da 18 di insegnamento e da circa 18 aggiuntive.