Docenti e Ata non vaccinati che hanno presentato certificato di malattia, i presidi: “Sono circa 15 mila. Un decimo in Lombardia”

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Dal 10 dicembre è scattato l’obbligo vaccinale per il personale scolastico e dopo la pausa delle festività si iniziano a tirare le somme. Sin dall’inizio sono stati segnalati boom di certificati di malattia fra docenti e ATA. Ma quanti sarebbero i lavoratori della scuola non vaccinati che hanno inviato certificato di malattia?

A fare il calcolo è il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, precisando che si tratta di “stime grossolane”: “Possiamo ipotizzare che le malattie di comodo siano limitate a chi non è vaccinato e non vuole vaccinarsi. Su 50mila non vaccinati, 10mila dei quali non si possono vaccinare dunque sono esenti, ne restano 40mila, una parte dei quali si sta vaccinando, l’altra resiste. Quanti rappresentano lo zoccolo duro che non intende vaccinarsi? Possono essere dieci mila ma potrebbero anche essere ventimila. Se è cosi, è ipotizzabile che arrivino alle scuole 10-15mila certificati di malattia di no vax. Di questi 15mila un decimo in Lombardia“.

Ci sono più non vaccinati tra i docenti o il personale Ata? “Il personale scolastico è fatto per 4/5 di docenti e 1/5 di Ata, cioè l’80 per cento sono insegnanti e il 20 per cento, circa 200mila posti, bidelli, impiegati di segreterie e assistenti tecnici… Non ho motivo al momento di ritenere che ci siano disparità, servirebbe una statistica su dati effettivi che non c’è“, risponde ancora Giannelli.

Dunque, i dirigenti scolastici devono gestire anche le assenze per malattia. Sarà un rientro in classe veramente complicato in molti casi, dove fra studenti e personale scolastico già contagiati, le assenze potrebbero veramente pesare.

Ricordiamo che il DL 172/2021, in vigore dal 27 novembre, introduce l’obbligo di vaccinazione (ciclo primario + terza dose entro la scadenza del Green pass, attualmente valido per nove mesi) dal 15 dicembre.

Il personale interessato è il personale scolastico

  • del sistema nazionale di istruzione (quindi scuole statali e paritarie)
  • delle scuole non paritarie
  • dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65
  • dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA)
  • dei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale (IeFP)
  • dei sistemi regionali che realizzano i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (ITS)

Su malattia e obbligo vaccinale, sappiamo, che si è creata una confusione negli ultimi giorni del 2021. La nota ministeriale del 20 dicembre precisa infatti che “le procedure di verifica dell’avvenuta vaccinazione potranno non essere avviate soltanto nei confronti di coloro che non svolgono la propria prestazione di lavoro presso le istituzioni scolastiche perché prestano servizio presso altra amministrazione o ente, oppure perché fruiscono di aspettative o congedi che comportano l’astensione piena e continuativa dalle attività lavorative a scuola (per i motivi di assistenza e/o di cura familiare o per i motivi personali già richiamati nelle precedenti note di questo Dipartimento), oppure perché versano nelle condizioni di infermità, previste dalla normativa vigente e certificate dalle competenti autorità sanitarie, che determinano l’inidoneità temporanea o permanente al lavoro“.

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