Docenti e Ata fuori sede, in Sicilia dal 1° dicembre sconti fino al 50% per far tornare i pendolari a Natale. Anief: accolte le nostre ragioni, ma dalla Manovra serve sempre un’indennità per tutti

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Comincia a muoversi qualcosa sul caro trasporti per far tornare a casa docenti e Ata il prossimo Natale: dopo la denuncia dell’Anief dei giorni scorsi, infatti, la Regione Siciliana ha previsto l’abbattimento fino al 50% delle tariffe aeree per i residenti siciliani per i voli dal 1° dicembre 2023 al 31 dicembre 2024.

L’iniziativa, voluta dal presidente Renato Schifani e dall’assessore ai Trasporti Alessandro Aricò, è stata finanziato con 27,5 milioni di euro di risorse regionali, ed è focalizzata sui collegamenti aerei da e per l’Isola verso Milano e Roma, con una durata prevista di 13 mesi. Occorrerà dimostrare, spiega la stampa specializzata, lo status di residente alla compagnia aerea (anche su piattaforma online) o all’agenzia che rilascia il biglietto mediante autocertificazione all’atto dell’acquisto dello stesso.

Il contributo economico in favore dei residenti consiste in uno sconto del 25% sul costo totale della singola tratta, comprensivo di tutte le tasse, spese e accessori fatturate dal vettore e sarà così applicato: qualora il biglietto per singola tratta abbia un costo minore o uguale a 50 euro non sarà applicata alcuna scontistica; qualora il biglietto per singola tratta abbia un costo compreso tra 50,01 euro e 62,50 euro la scontistica sarà effettuata in modo da portare il costo sostenuto dal residente per il biglietto a 50 euro; la riduzione del costo totale del biglietto potrà arrivare fino ad un massimo sconto di euro 75,00 per singola tratta. Un ulteriore contributo, pari a uno sconto di un altro 25% per un totale di 50%, è previsto per residenti con disabilità dal 67% di invalidità, studenti o residenti con basso reddito (Isee inferiore a 9.360 euro), da applicarsi sui biglietti il cui costo totale è superiore a 50 euro.

“Si tratta di un altro passo in avanti – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che dovrebbero peercorrere anche le altre Regioni e che si dovrebbe sommare al piano sperimentale del Governo che porta misure di welfare, specifici benefit, tra il 10 e il 20% di sconto. Però ci aspettiamo altro dal Parlamento”. A questo proposito, il sindacalista autonomo ha spiegato all’agenzia Teleborsa che nella Legge di Bilancio Anief “ha chiesto una specifica indennità di sede da dare a chi lavora in territori disagiati. Piuttosto che un’indennità per la continuità didattica c’è bisogno di una specifica indennità che finalmente vada a risarcire i precari. In passato Anief è riuscito a ottenere questo risarcimento per chi lavora nelle piccole isole e lo stiamo chiedendo nel disegno di legge anche per chi lavora nelle comunità montane. Si tratta, in realtà, di un risarcimento per tutti coloro che sono fuori sede, per tutti i pendolari: ce lo chiede l’Europa”, conclude il presidente Anief.

Per il giovane sindacato anche i lavoratori della scuola avrebbero dunque pieno diritto a una indennità di trasferta, come pure ai buoni pasto e al pernottamento, così come avviene per altre categorie, come ad esempio i metalmeccanici, ai quali va assegnato “un rimborso delle spese dagli stessi sostenute nell’interesse del datore di lavoro”. Nell’attuale contratto dei lavoratori metalmeccanici, in vigore dal 1° giugno 2022, sono riconosciute inoltre indennità giornaliere di 44,47 euro per la trasferta fuori sede, 11,97 euro per il buono pasto a pranzo e altrettante per la cena, 20,53 euro per il pernottamento.

Alla luce anche di questo, Anief chiede al Governo di stanziare risorse specifiche per i dipendenti della scuola, così da potere affrontare in contrattazione il tema e disciplinare la materia, perché allo stato attuale sono insufficienti le indennità vigenti per i soli docenti delle piccole isole (3 milioni di euro dalla Legge 234/21) e per premiare la continuità didattica (30 milioni dalla Legge 79/22). La domanda che il sindacato continua a fare è la seguente: perché questo genere di indennità esistono nel privato e in altri comparti, ma non nella scuola?

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