Docenti di sostegno specializzati all’estero: “Stanchi di essere etichettati come furbetti. Si acceleri per equiparare il nostro titolo, siamo svantaggiati”

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“Desideriamo innanzitutto evidenziare che il titolo di specializzazione da noi conseguito è pienamente riconosciuto e valido, come confermato dall’Adunanza Plenaria e da numerose sentenze a nostro favore. Nonostante ciò, ci troviamo di fronte a continui ostacoli da parte dello Stato che ci impediscono di esercitare la nostra professione”.

Comincia così la lettera di un gruppo di insegnanti di sostegno specializzati sul sostegno indirizzata al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che restano in attesa del riconoscimento del loro titolo ottenuto all’estero. Riconoscimento che al momento li tiene in bilico nella partecipazione ad alcune procedure.

È fondamentale – proseguono – sottolineare che siamo professionisti qualificati, laureati in Italia e non come ci viene erroneamente attribuito dilettanti improvvisati o furbetti che hanno cercato scorciatoie. E’ estremamente doloroso e ingiusto essere etichettati in questo modo“.

I docenti si chiedono “perché ci sia tanto orgoglio nei confronti dei percorsi Erasmus ottenuti all’interno della comunità europea, mentre allo stesso tempo ci troviamo ad essere criticati e giudicati negativamente. È un’assurdità che mentre i percorsi Erasmus vengono celebrati e lodati per la loro importanza nell’arricchire l’esperienza formativa degli studenti, noi docenti specializzati sul sostegno siamo invece oggetto di critiche e giudizi negativi, nonostante il nostro impegno e la nostra dedizione alla professione. Questo doppio standard è ingiusto e va contrastato in ogni modo“.

Noi non abbiamo commesso alcun reato – spiegano – siamo docenti che rivendicano giustizia e dignità non solo per noi stessi, ma anche per le famiglie degli alunni che abbiamo seguito per anni. Durante gli anni più bui della pandemia abbiamo lavorato instancabilmente e sostenuto la scuola in tutte le sue sfide garantendo un’istruzione di qualità agli studenti più vulnerabili“.

E oggi qual è la ricompensa del ministero per il nostro contributo?

Il gruppo continua evidenziando che “spesso vengono selezionati docenti dalla seconda fascia senza alcuna specializzazione e competenza sul sostegno, aggravando ulteriormente la situazione e compromettendo la qualità dell’insegnamento“.

Gli insegnanti chiedono “con urgenza che venga posta fine a questa situazione di stallo una volta per tutte. La persistente incertezza non solo minaccia il nostro sostentamento e la nostra dignità professionale, ma mette anche a rischio la nostra salute fisica e mentale“.

Inoltre, “chiediamo altresì di adottare misure compensative presso le università italiane, al nostro percorso già svolto, qualora si dovessero riscontrare delle carenze“.

E ancora: “la dilatazione dei tempi per l’equiparazione del nostro titolo ci pone in una posizione di svantaggio, sia per i concorsi che a breve affronteremo, sia per l’occasione del ruolo ormai già passata e sia come già dimostrato dal nostro tentativo infruttuoso di partecipare ai percorsi abilitanti dei 30 CFU“.

Abilitazione conseguita all’estero: il riconoscimento di efficacia secondo la Direttiva n. 2005/36/CE

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