Docenti di sostegno sempre più precari: in dieci anni supplenti dal 39% al 61%, tantissimi non specializzati. Anief: un fallimento annunciato
Sul sostegno abbiamo sempre più docenti e precari e non specializzati: lo dice il dossier pubblicato stamane dalla Fondazione Agnelli per sfatare alcuni luoghi comuni sul mondo della scuola. Lo studio – basato su elaborazioni su dati della Ragioneria dello Stato, del Ministero dell’Istruzione, di Eurostat e di Ocse – spiega che sono cresciuti gli insegnanti di sostegno a tempo determinato: nell’anno scolastico 2021/22 hanno raggiunto la quota record di 122.000.
In 10 anni la percentuale di docenti di sostegno a tempo determinato sul totale del sostegno è quindi passata da un terzo a quasi due terzi. E la maggioranza di questi non è nemmeno specializzato. L’incremento ha dell’incredibile: si è passati da 39% al 61% di docenti precari.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “tutto questo è frutto della inadeguatezza con cui i governi hanno risposto all’incremento di alunni disabili passati dal 2% al 4% rispetto al totale. Invece di incentivare la spesa, hanno specializzato pochissimo personale, peraltro anche senza tenere conto dei territori dove c’era maggiore bisogno di didattica speciale. Inoltre, si è continuato ad assumere in ruolo con parsimonia. E a tenere in vita decine e decine di migliaia di posti in deroga, con scadenza 30 giugno, quindi non utili alle stabilizzazioni. È una politica, all’insegna della precarietà e della mancata specializzazione, che sta compromettendo il diritto allo studio e che crea i presupposti per un numero sempre più alto di presentazione, da parte delle famiglie, di ricorsi gratuiti per la mancanza di ore e cattedre di sostegno”.