Docenti di sostegno in piazza tra mortificazione e ricatto: “Meritiamo rispetto, situazione surreale” [INTERVISTA]

“Una procedura che ci mortifica nella nostra dignità di docenti”. Così si esprimono alcuni insegnanti di sostegno precari, ai microfoni di Orizzonte Scuola, commentando la proposta ministeriale che vorrebbe affidare alle famiglie la scelta dell’insegnante.
Una scelta, a loro dire, solo illusoria, poiché l’ultima parola spetterebbe comunque al dirigente scolastico. La procedura, secondo i docenti, mina la trasparenza delle graduatorie e sminuisce la professionalità degli insegnanti, trasformando la selezione in una sorta di casting basato su criteri non chiari e non meritocratici. “Ci sentiamo sotto scacco, sotto ricatto”, denunciano.
Concorso senza trasparenza
La mancanza di trasparenza è denunciata anche in merito al concorso per il ruolo. “Non ci hanno concesso una graduatoria”, lamentano i docenti, sottolineando l’impossibilità di conoscere la propria posizione in classifica. Solo i vincitori, infatti, hanno accesso a questa informazione. Una situazione definita “surreale” per un concorso pubblico, che lascia i partecipanti nell’incertezza e nell’impossibilità di valutare il proprio percorso. “Non sapere dove si è arrivati – aggiungono – è mortificante, anche solo per la soddisfazione personale”. La richiesta, dunque, è chiara: rendere pubbliche le graduatorie di merito.
Formazione “sudata” contro corsi online “ridicoli”
Infine, i docenti contestano la proposta di corsi abilitanti online di breve durata, considerati “ridicoli” e “vergognosi” a fronte di percorsi di formazione universitari lunghi e impegnativi. “Ho fatto un percorso di formazione sudato, con tre prove selettive per entrare, otto mesi di formazione e doppia tesi finale”, racconta un’insegnante. La formazione “vera” viene svilita dai corsi online, che a loro dire non garantiscono la qualità necessaria per operare nella scuola. “I primi a perdere in questo sono i ragazzi”, concludono i docenti, preoccupati per il futuro della scuola pubblica.
La richiesta al Ministero è di garantire una formazione di qualità, possibilmente affidata alle università pubbliche.