Docenti di sostegno a casa dell’alunno, il CSPI boccia il decreto ministeriale [DECRETO e PARERE]

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, nel parere redatto il 21 dicembre, boccia lo schema di decreto del Ministero dell’Istruzione sulle modalità di svolgimento del servizio dei docenti impegnati in attività di istruzione domiciliare.
Il decreto ministeriale, anticipato da Orizzonte Scuola, lo scorso 30 novembre, prevedeva la possibilità ai docenti di sostegno di recarsi presso l’abitazione degli studenti con PEI in caso questi siano impossibilitati ad andare a scuola.
Il CSPI rileva in premessa, a partire dalla disamina delle fonti normative, evidenti discrasie rispetto alle scelte culturali e pedagogiche che pongono l’inclusione come il risultato sinergico delle azioni della comunità scolastica.
“Il CSPI ritiene che il comma 2-bis dell’art. 16 del d.lgs. 66/17 debba essere interpretato in modo da non far ricadere solo sul docente di sostegno il progetto di istruzione domiciliare: infatti, sia nel comma sopra citato sia nello Schema di decreto in esame si legge “docente per il sostegno didattico” e non docente di sostegno”, si legge nel parere.
“L’inclusione è compito di tutti i docenti della classe e della comunità scolastica e il docente di sostegno è un insegnante della classe e non del solo allievo con disabilità. Per essere efficace il progetto di istruzione domiciliare deve essere gestito, in considerazione delle condizioni di salute dello studente, con rigore nella pianificazione, ma con flessibilità nella gestione, prevedendo, oltre agli interventi individuali e a domicilio, l’utilizzo di didattica a distanza e di collegamenti con la classe”, si legge ancora.
E ancora: “Non sono esplicitate indicazioni concrete sulle modalità di svolgimento del servizio, mentre si modificano con modalità inappropriate il profilo e gli obblighi del solo docente di sostegno, intervenendo sulla prestazione ordinaria di lavoro che rientra nelle materie di competenza contrattuale e aprendo la strada a possibili contenziosi”.
“La problematica affrontata dallo Schema di decreto in esame è certamente molto complessa e la soluzione non può essere trovata ricorrendo alla presenza a domicilio del docente di sostegno che ha il compito precipuo di intervenire sugli aspetti didattici nel contesto della classe. Situazioni così delicate possono essere affrontate solo con un ampio intervento di tutti i soggetti istituzionali coinvolti e di tutte le figure che possono dare diversi sostegni e supporti per realizzare l’obiettivo principale dell’inclusione scolastica, in modo uniforme a livello nazionale, per tutti i gradi di scuola e a partire dalla scuola dell’infanzia“, sottolinea il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.