Docenti di scuola superiore, in media lavorano 36 ore a settimana: la metà sono attività extra insegnamento. L’indagine dell’Osservatorio CPI
Indagine a cura dell’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani (OCPI) che analizza le ore di lavoro degli insegnanti. I risultati non portano a conclusioni inedite: solo la metà del monte orario previsto dal contratto è riconducibile all’attività delle lezioni. Il resto è composto da attività aggiuntive.
L’indagine dell’Osservatorio CPI mostra come “i docenti (italiani e non) svolgono una serie di ulteriori attività extra-insegnamento nell’ambito della propria professione. Alcune di queste sono legate alla sfera strettamente scolastica, come la preparazione e la correzione di verifiche scritte o la partecipazione a collegi docenti, consigli di classe, di dipartimento e colloqui con i genitori. Altre riguardano adempimenti burocratici, come la compilazione del registro elettronico o la stesura di rapporti sull’attività di insegnamento“.
Quello sui cui si sofferma l’Osservatorio riguarda il fatto che tutte queste mansioni non sono coperte esplicitamente, in termini di ore di lavoro, dal CCNL Istruzione e Ricerca. Inoltre, non esistono chiare statistiche ufficiali sul tempo speso dagli insegnanti in queste attività.
Ovvero il classico nervo scoperto del lavoro sommerso non riconosciuto, di cui ci siamo occupati in altre occasioni.
L’indagine
Per quantificare le ore di lavoro aggiuntivo, si legge sul rapporto, è stato chiesto a 166 docenti delle scuole superiori di secondo grado di fornire una stima delle ore di lavoro extra-insegnamento.
Il campione risultante è sufficientemente eterogeneo, sia da un punto di vista geografico (61 per cento Centro-Nord e 39 per cento Sud) che rispetto alle scuole di appartenenza (51 per cento licei, 37 per cento istituti tecnici e 12 per cento istituti professionali).
I risultati
I risultati dell’indagine suggeriscono che il totale di ore settimanali effettivamente lavorate sia in media di poco inferiore a 36, composto da 18 di insegnamento e da circa 18 aggiuntive.
Dall’indagine emerge che i docenti che insegnano materie in ambito umanistico e linguistico lavorano circa 19 ore settimanali in più rispetto a quelle dedicate all’insegnamento; chi insegna in aree scientifiche ed economiche, invece, lavora mediamente 17 ore aggiuntive.
Questa differenza, seppur contenuta, è riconducibile al fatto che docenti di matematica, fisica e discipline simili sono mediamente meno coinvolti in incarichi extra (20 su 57, ovvero circa il 35 per cento) rispetto a colleghi che insegnano in ambito umanistico (48 su 94, poco più del 50 per cento).
Il sondaggio indica anche che i docenti più anziani lavorano in media più ore extra-insegnamento rispetto ai colleghi più giovani (19 ore aggiuntive a settimana per la fascia 41-50 anni, contro le 16 ore in più per la fascia 31-40).
Conclusioni
Secondo l’Osservatorio CPI appare strano che non esistano rilevazioni ufficiali in merito. In molte attività, in Italia e all’estero, si richiede al personale coinvolto di indicare giorno per giorno il tempo dedicato alle varie attività, acquisendo informazioni fondamentali per migliorare la gestione del lavoro. Alla luce dell’esperienza internazionale, insiste l’Osservatorio guidato da Carlo Cottarelli, è anche strano che le ore lavorative complessive non siano fissate da contratto. Infatti, molti contratti di lavoro esteri definiscono sia le ore di lezione che quelle totali, assicurando maggiore trasparenza all’intero sistema scolastico.