Docenti di ruolo vincolati per cinque anni, non mi “metto l’anima in pace”. Lettera
inviata da Elisa Bortolotto – Gentile Presidente Casellati, scrivo in merito alla legge 159/2019. Ammetto che la mail è molto lunga, ma la prego di leggerla tutta. Sono una docente di scuola primaria in provincia di Torino. L’insegnamento è sempre stato la mia ambizione, sin da piccola.
Ho frequentato l’università di Scienze della Formazione Primaria, ho sempre studiato con dedizione e ho conseguito la laurea a pieni voti e nei tempi stabiliti. Ho iniziato a fare supplenze anche prima di laurearmi perché ero impaziente di entrare in classe e iniziare la mia esperienza lavorativa.
Una volta laureata ho intrapreso le mie prime supplenze annuali e da lì sono stata sempre più sicura che fosse questa la mia strada.
Nel 2018 mi si presenta l’opportunità di partecipare al Concorso Straordinario, ovviamente colgo l’occasione, ma certa che non sarebbe stato l’ultimo esame a cui sottopormi.
Lo scorso settembre, inaspettatamente, sono entrata di ruolo. Ovviamente ero incredula e sopraffatta. Pochi giorni dopo che scopro che io e altre 200 colleghe circa saremmo entrate di ruolo solo giuridicamente, in quanto ormai il 1 settembre era passato e non è stata firmata alcuna deroga dal Ministero. Ma non importava, ero talmente felice che sul momento non sembrava un problema. Ci assegnano la provincia del ruolo e ottengo la mia provincia di residenza; la sede di titolarità ce l’avrebbero assegnata in corso d’anno e per quest’anno scolastico avremmo ancora scelto da GPS una supplenza annuale. Benissimo, sono riuscita a tornare in classe con i miei alunni e la mia collega che mi aspettavano.
Poi all’inizio del mese corrente arrivano le nuove indicazioni per scelta della sede di titolarità: alla mia scuola risultano 0 posti e non solo alla mia. I posti a nostra disposizione erano i residui di chi ha scelto ad agosto ed erano contati con il contagocce per le persone interessate. 216 insegnanti, 216 posti nell’intera provincia.
Compilo tutti i documenti nel termine e qualche giorno dopo l’USP pubblica le assegnazioni definitive: sono stata alla mia cinquatresima preferenza, sì 53. Sono stata assegnata a una scuola a 80 km da casa, a un’ora di strada in macchina (sulla carta, perché con il traffico ne impiegherò anche due) in un paese di montagna non collegato da mezzi con la mia città (o meglio collegato ma dovrei ogni giorno prendere tre treni e una corriera e impiegare circa 4 ore ad andare e 4 ore a tornare) e devo rimanere in questa sede altri QUATTRO anni. Può sembrare semplice dire: “Si affitti una casa e si metta l’anima in pace”, ma io ho appena iniziato un mutuo e ristrutturato casa con il mio fidanzato con cui quest’anno mi sposo dopo aver rimandato il matrimonio quattro volte a causa dell’emergenza sanitaria.
Ora io ho 29 anni, un futuro marito, una casa da vivere e una famiglia da creare. Oltre ad avere 18 fantastici bambini in classe che ogni giorno urlano il mio nome con un sorriso magnifico, lo vedo dagli occhi.
Chi lo dice a loro che la loro maestra di italiano il prossimo anno non ci sarà e arriverà qualcun altro più fortunato di me?
Sì, Presidente perché il prossimo anno, quelli che entreranno in ruolo saranno molto fortunati, pur essendo in graduatoria DOPO di me e avendo un minor punteggio.
Loro potranno scegliere tra decine e decine di posti in più, perché si libereranno i posti dei pensionamenti e dei trasferimenti (già vuoti attualmente, ma che compariranno solo il prossimo agosto). Invece no, io il mio posto non ho potuto sceglierlo perché occupato da una persona titolare qui, ma che ogni chiede l’assegnazione provvisoria al Sud.
Io invece no, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione per avvicinarmi alla mia città e scegliere il mio posto libero) non posso richiederla. Per quale motivo? Per permettere la continuità didattica? E i miei alunni e alle loro le loro famiglie invece non meritano la continuità didattica?
Presidente, io ho raccontato la mia storia, ma in tutta Italia siamo in tantissime in questa situazione. Nonne, madri, ragazze che cercano di costruire una famiglia. A noi è stato negato ogni spostamento, ogni mobilità anche all’interno della nostra stessa provincia.
L’ultima parola dovrà pronunciarla Lei e le chiedo davvero in ginocchio di pensare a noi, migliaia di insegnanti in questa situazione.
Le chiedo di rivalutare gli emendamenti presentati dai gruppi politici Lega e Partito
Democratico e permetterci di presentare domanda di Assegnazione Provvisoria e di Utilizzazione già dal prossimo anno scolastico 2021/ 2022.
Porgo cordiali saluti