Docenti che fanno appello partendo dai vaccinati, “fatto grave e inaccettabile”. Cambio regole su quarantene per i non vaccinati
Succede in Abruzzo, almeno secondo quanto riporta ieri l’ANSA, riferendo di una denuncia da parte della presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione. Arrivano segnalazioni anche alla nostra redazione, mentre l’Iss pensa ad una differenziazione di trattamento per le quarantene tra vaccinati e non vaccinati.
Caso Abruzzo non è isolato
Dall’Abruzzo, la presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione, Maria Franca D’Agostino, ha, ieri denunciato “l’operato discriminatorio perpetrato da alcuni professori di istituti scolastici nei confronti degli studenti“.
In particolare, in alcune scuole della Regione Abruzzo, ogni giorno, alcuni insegnanti farebbero precedere le lezioni con l’appello nominativo prima degli alunni vaccinati e, successivamente, di quelli non vaccinati, “con evidente violazione delle leggi vigenti.” “Un fatto del genere – secondo la D’Agostino – è inaccettabile“.
Altre segnalazioni, da diverse regioni sono giunte alla nostra redazione relativamente a docenti che chiedono ai propri studenti se sono o meno vaccinati, mentre alcune scuole hanno fatto compilare alle famiglie un questionario nel quale si chiede lo stato vaccinale degli studenti.
Eppure il Ministero aveva chiarito
Infatti, il MI, con comunicazione specifica, aveva chiarito che “le normative attualmente in vigore non consentono di conoscere lo stato di vaccinazione da Covid 19 degli studenti che, infatti, ai sensi dell’art. 1 del decreto – legge 10 settembre 2021, n. 122 sono esclusi dall’obbligo di esibizione della certificazione verde per accedere alle strutture scolastiche.”
Stesso discorso vale per coloro che per accedere a scuola sono tenuti all’esibizione del Green pass: “anche nei confronti di coloro che per accedere ai predetti locali sono obbligati all’esibizione della predetta certificazione – precisa il MI -, le Istituzioni scolastiche non possono trattare informazioni relative allo stato vaccinale, dovendosi limitare all’accertamento del mero possesso del certificato, senza poter conoscere la condizione alla base del rilascio dello stesso (vaccinazione, guarigione, esito negativo del tampone)”
In arrivo differenziazione delle quarantene
In base alla nuove disposizioni che sarebbero sul punto di essere approvate (elaborate da ISS, Ministero Salute e Regioni) nella scuola secondaria di secondo grado, secondo la ricostruzione dell’ANSA, qualora i compagni dell’allievo positivo risultino tutti negativi al test, continua la didattica in presenza. Dopo cinque giorni si ripeteranno i tamponi e, nel caso in cui si dovesse riscontare un secondo studente positivo, i compagni non vaccinati verranno mandati a casa in quarantena e quindi torneranno alla DAD, mentre quelli vaccinati potranno restare in classe a fare lezione in presenza. Se, invece, dovessero risultare dai tamponi tre alunni positivi in una classe, allora scatterà la quarantena per tutti: durerà dieci giorni per i non vaccinati, mentre sarà ridotta a sette per i vaccinati
Sindacati preoccupati
“Non è corretto questo modo di procedere – protesta Marcello Pacifico che guida il sindacato Anief – gli studenti sono tutti uguali e non si possono dividere in categorie sulla base della vaccinazione fatta o meno. Siamo pronti a fare le barricate e a ricorrere in tribunale”.
Per Pino Turi, che guida la Uil scuola, “è arrivato il momento di incardinare nelle scuole o in gruppi di scuole, un presidio sanitario in grado di effettuare la prevenzione che, insieme alla campagna vaccinale, possa consentire la continuità delle attività didattiche in presenza che è il vero obiettivo da dovere raggiungere”.
“Vorremmo capire – ha detto invece Rino Di Meglio – qual è il reale potere di coordinamento che il ministero della Salute esercita sugli interventi da mettere in atto per evitare disparità tra le varie zone d’Italia”.