Docenti che denunciano e segnalano gli studenti. Polemica in Trentino: “La scuola non è un Tribunale dell’Inquisizione”, avvocati e psicologi prendono le distanze
![](https://www.orizzontescuola.it/wp-content/uploads/2021/07/shutterstock_1323039833-720x480.jpg)
Un acceso dibattito si è sviluppato in Trentino attorno al protocollo d’intesa, recentemente siglato dalla Provincia autonoma con le Procure, che definisce le linee guida per le segnalazioni all’autorità giudiziaria da parte degli operatori scolastici in merito a potenziali reati o situazioni di pregiudizio a carico di studenti minorenni.
L’obiettivo dichiarato dalla Provincia è quello di uniformare le procedure e garantire omogeneità di intervento in situazioni delicate, che vanno dai reati commessi da o contro gli studenti, al cyberbullismo, fino a situazioni di disagio familiare.
Tuttavia, come segnala la stampa locale, l’iniziativa ha sollevato un’ondata di critiche da parte della Camera Penale di Trento, dell’Ordine degli Psicologi e degli Ordini degli Avvocati di Trento e Rovereto.
Le principali preoccupazioni riguardano il rischio di un “approccio di stampo inquisitorio”, l’assenza di coinvolgimento di figure cruciali come il Garante per i Minori e gli psicologi, e la possibilità di segnalazioni “prudenziali” da parte degli insegnanti, più preoccupati di evitare accuse di omissione che di valutare serenamente le situazioni.
“Parlare di prevenzione e segnalazione in Procura è un ossimoro”, ha dichiarato Roberta Bommasar, presidente dell’Ordine degli Psicologi, sottolineando l’importanza di percorsi clinici ed educativi prima di un eventuale coinvolgimento della magistratura.
Gli ordini degli avvocati, pur riconoscendo la lodevolezza dell’intento, chiedono la sospensione del protocollo e l’apertura di un tavolo di confronto per affrontare le criticità emerse.