Docenti allo stremo, la passione non basta più. Sovraccarico e burocrazia: la scuola schiaccia i suoi insegnanti

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La passione per l’insegnamento è ancora viva, ma la scuola rischia di perdere i suoi docenti, schiacciati da una quotidianità sempre più complessa e stressante.

Uno studio condotto in Lombardia, nei mesi scorsi, su quasi 6.000 insegnanti di scuole medie e superiori, pur evidenziando un alto livello di dedizione alla professione, dipinge un quadro a tinte fosche. Quasi la metà del campione, infatti, segnala un livello critico di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e scarsa realizzazione personale, con un preoccupante 4,6% a forte rischio di burnout.

La situazione allarmante trova conferma anche nei dati europei. Secondo uno studio della Commissione Europea, quasi il 50% degli insegnanti delle scuole superiori lamenta elevati livelli di stress, con picchi in paesi come Portogallo, Ungheria e Regno Unito. L’Italia, pur posizionandosi sotto la media europea (46,2%), registra comunque un dato significativo, con il 28,9% dei docenti che riferisce un livello di stress “abbastanza” elevato e un ulteriore 9% che lo definisce “molto alto”.

Le cause di questo malessere diffuso sono molteplici. Il sovraccarico di lavoro, in particolare la mole di incombenze burocratiche, sottrae tempo prezioso all’attività didattica, generando frustrazione e stress. A questo si aggiunge la scarsa considerazione sociale della professione, sia in termini di riconoscimento che di trattamento economico. La crescente difficoltà nella gestione della classe, con comportamenti problematici sempre più frequenti, rappresenta un’ulteriore fonte di stress costante. Infine, la mancanza di tempo per sé, con la difficoltà a “staccare la spina” al di fuori dell’orario scolastico a causa delle numerose attività da svolgere a casa, contribuisce ad alimentare il circolo vizioso del burnout.

La task force europea, analizzando la situazione, sottolinea l’importanza di politiche mirate a migliorare le competenze sociali degli insegnanti, promuovendo una cultura collaborativa all’interno delle scuole e rafforzando la fiducia nelle relazioni professionali. Investire in strutture di supporto, programmi di formazione iniziale e sviluppo professionale continuo è fondamentale per tutelare il benessere dei docenti e garantire la qualità dell’insegnamento.

La situazione con i suoi dati allarmanti, rappresenta un campanello d’allarme per l’intero sistema scolastico, evidenziando la necessità di interventi urgenti per affrontare il problema del burnout e valorizzare la figura dell’insegnante.

Attività di insegnamento e attività funzionali all’insegnamento

Quali sono le attività dei docenti? Le attività di insegnamento sono quelle che i docenti trascorrono in classe tra spiegazioni, interrogazioni, gestione degli studenti etc. Le attività funzionali all’insegnamento, invece, sono di due tipologie:

Attività individuali funzionali all’insegnamento:

  • preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;
  • correzione degli elaborati;
  • rapporti e collaborazione con le famiglie.

Attività collegiali funzionali all’insegnamento

Nell’immaginario collettivo dell’insegnante corrispondono ai famosi adempimenti burocratici. 

  • fino a n. 40 ore annue per la partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti/Dipartimenti, compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno/preparazione di lezioni ed esercitazioni, correzione elaborati e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative; in queste 40 ore rientrano anche le ore da destinare alle commissioni che lavorano per la elaborazione e realizzazione del PTOF
  • fino a n.40 ore annue per la partecipazione ai consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Per la partecipazione a tali attività, il Contratto  puntualizza che gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti dal collegio dei docenti; nell’ambito della programmazione occorrerà tener in considerazione gli impegni di servizio degli insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da prevedere un impegno fino a 40 ore annue;
  • svolgimento scrutini ed esami compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione (al di fuori delle predette 40 ore)

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