“Ho speso 100 euro a notte in albergo, ma nessun contratto stabile”. Precari alle prese con l’algoritmo: “Siamo persone, non numeri”
Un avvio d’anno scolastico all’insegna del caos e del disagio per migliaia di docenti precari. Tra algoritmi che assegnano cattedre a centinaia di chilometri di distanza, mini call veloci che non lasciano il tempo di organizzarsi e affitti impossibili, la situazione per molti insegnanti rasenta l’insostenibile.
A denunciare le criticità del sistema è La Repubblica, raccogliendo lo sfogo di molti docenti sui social. C’è chi, con 82,5 punti, si è visto scavalcare da colleghi con soli 30 punti, mettendo in luce le falle di un algoritmo che sembra premiare la casualità più che il merito. “Siamo persone, non numeri”, tuona una docente, esprimendo la frustrazione di chi si sente ostaggio di un sistema impersonale e fallace.
Sul Corriere della Sera spazio alle testimonianze di chi, a causa delle nomine lampo, si è trovato catapultato da un capo all’altro dell’Italia, con pochissime ore per organizzarsi. Una docente siciliana, destinataria di una mini call veloce per il sostegno, racconta di aver raggiunto il lago di Garda senza avere un alloggio e di essere costretta a pagare 100 euro a notte in albergo, con un esborso insostenibile per chi ancora non ha un contratto stabile.
Storie simili arrivano dalla Puglia, con docenti costretti a lasciare famiglie e affetti per raggiungere destinazioni dove gli affitti sono proibitivi, anche per una stanza in condivisione. La richiesta è unanime: servono misure urgenti per garantire ai docenti precari condizioni di lavoro dignitose, a partire da tempistiche di convocazione più umane e da un sistema di assegnazione delle cattedre che tenga conto delle esigenze reali di chi lavora nella scuola.