Docenti aggrediti, Valditara: “Lo Stato chiederà i danni ai genitori violenti”. I numeri: +111% aggressioni da parte di familiari, -11% degli studenti

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Il Ministro dell’Istruzione del Merito, Giuseppe Valditara, ha reagito all’aggressione subita dal preside Marco Cesario a Taranto. Valditara, dopo aver contattato il preside, ha incaricato l’avvocato generale dello Stato di valutare l’opportunità di costituirsi parte civile nel processo penale contro i genitori aggressori.

La mossa ha l’obiettivo di tutelare l’immagine e la reputazione dell’istituzione scolastica, danneggiata da questo incidente.

Il ministro Valditara ha sottolineato l’importanza di considerare l’istituzione scolastica come parte lesa in casi simili, sottolineando il danno d’immagine subito. Poi ha menzionato una proposta normativa che prevede la presunzione di danno reputazionale, semplificando così il processo di risarcimento, con i fondi destinati direttamente alla scuola colpita.

Valditara ha poi discusso la necessità di un cambiamento culturale, ribadendo l’importanza del rispetto dell’autorità e delle regole in ambito scolastico. Poi ha evidenziato l’esigenza di un rinnovato patto tra scuola e famiglia per prevenire conflitti dannosi.

Rispondendo alle domande sulle aggressioni scolastiche, il ministro ha rivelato dati preoccupanti: 36 casi nell’ultimo anno scolastico e già 26 da settembre. Valditara, poi, ha notato un aumento significativo delle aggressioni da parte dei familiari degli studenti, a conferma di un deterioramento nel rapporto tra scuola e famiglia (+111 da parte degli genitori, -11 da parte degli alunni).

Per affrontare questa problematica, Valditara ha menzionato un disegno di legge in discussione al Senato, che mira a rafforzare il voto in condotta e a modificare il sistema delle sospensioni, introducendo anche attività di solidarietà sociale per i casi più gravi.

Il ministro ha confrontato le aggressioni nelle scuole con quelle ai medici, sostenendo che la soluzione non risiede nella protezione fisica ma in un cambiamento culturale e nella responsabilizzazione economica dei trasgressori.

Valditara ha inoltre riconosciuto che, nei casi di aggressione da parte dei genitori, i figli risultano essere vittime collaterali, richiedendo un intervento dei servizi sociali.

Infine, il ministro ha risposto alla denuncia dei diplomifici, riferendosi alle misure adottate per combattere questa piaga, tra cui un protocollo con la Guardia di Finanza e nuove normative per garantire una maggiore regolamentazione e qualità dell’istruzione.

Disegno di legge per inasprire le pene contro chi aggredisce gli insegnanti

Dopo la Camera, il provvedimento è in arrivo al Senato. Il disegno di legge propone un incremento significativo delle pene detentive: dagli attuali cinque anni per aggressione, a sette anni e mezzo, e da tre a quattro anni e mezzo per oltraggio. L’inasprimento delle sanzioni rispecchia una risposta diretta ai crescenti episodi di violenza che non solo violano i diritti del personale aggredito, ma minano anche la vita collettiva scolastica.

Importante sottolineare che la legge non tutelerà solo gli insegnanti, ma si estenderà a tutto il personale scolastico, inclusi dirigenti scolastico e personale Ata. Oltre alle misure punitive, la legge prevede anche percorsi formativi di sensibilizzazione e la costituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico. Tale organo avrà il compito di segnalare casi di violenza, proporre iniziative e redigere report annuali sul fenomeno.

In aggiunta, la legge mira a istituire la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, da celebrarsi ogni anno il 15 dicembre.

TESTO

Ricordiamo inoltre che sul tema anche Orizzonte Scuola è stata audita alla Camera, con il nostro direttore Eleonora Fortunato, che ha spiegato, come “la scuola è un ambiente naturale per sperimentare l’approccio riparativo della giustizia. Grazie al suo ruolo educativo, la scuola può diventare uno spazio in cui si pratica l’ascolto, la comprensione delle esperienze altrui e la ricerca di accordi per il futuro. L’adozione del paradigma riparativo consente di trovare risposte che promuovono la riparazione del legame sociale violato, responsabilizzando gli individui e gestendo le conseguenze distruttive del conflitto nell’ambito dell’”Educazione civica e alla convivenza civile’”.

Tutela in sede civile e penale

La rappresentanza e difesa da parte dell’Avvocatura dello Stato è garantita solo se la posizione del dipendente coincide con quella dell’Amministrazione e non ci sono conflitti di interesse. La difesa del dipendente, in quanto legato all’Amministrazione tramite un rapporto organico, costituisce necessariamente la difesa degli interessi erariali.

Per il personale scolastico, la tutela legale sarà prevista in caso di atti penali evidenti che riguardano l’esercizio delle funzioni lavorative, ma esclusa per fatti che hanno solo rilievo disciplinare. La tutela legale sarà anche applicabile in caso di condotte che possano dar luogo a un risarcimento a titolo di responsabilità civile.

Per attivare il patrocinio erariale, il dipendente deve fare richiesta alla propria Amministrazione, che a sua volta deve inviare la richiesta all’Avvocato Generale dello Stato tramite il Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione. Il Dirigente Scolastico riceverà l’istanza del dipendente, che dovrà essere corredata da tutta la documentazione utile, e la inoltrerà al competente Ufficio Scolastico Regionale, che effettuerà una valutazione amministrativa e trasmetterà la documentazione al Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, infine, precisa che la decisione di concedere il patrocinio è dell’Avvocato Generale dello Stato, ma il giudizio sarà seguito dalle Avvocature distrettuali competenti, con cui il dipendente si dovrà rapportare per gli ulteriori sviluppi.

CIRCOLARE [PDF]

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