Docenti aggrediti, il CIDI: “Le famiglie? Spesso assenti o distratte. Insegnanti eccedono nel rigore perché stanchi e vessati dagli adempimenti”

Palermo e Milazzo sono solo gli ultimi esempi di un fenomeno preoccupante: le aggressioni ai docenti nelle scuole italiane non accennano a diminuire. Secondo i dati di Skuola.net, uno studente su cinque ha assistito a episodi di violenza, verbale o fisica, contro gli insegnanti dall’inizio dell’anno.
Daniela Sortino, docente di Italiano, Latino e Greco al liceo classico Meli di Palermo e presidente del Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti), in un’intervista a La Repubblica, offre una prospettiva interessante per comprendere le cause di questa crescente tensione.
La scuola del merito contro la scuola della cura
Sortino teorizza la necessità di una “scuola della cura”, in contrapposizione alla “scuola del merito” che, a suo avviso, alimenta un clima di controllo e sanzione. “Il rapporto con gli studenti non può basarsi sulla valutazione del comportamento, ma sulla crescita della persona e del cittadino”, afferma la docente.
Le sfide della scuola moderna
La scuola si trova ad affrontare sfide complesse, tra cui la necessità di ristabilire un patto educativo e di fiducia con genitori e studenti. “I docenti dovrebbero essere attenti ai mutamenti dei ragazzi, che richiedono un’educazione che si faccia carico della complessità in cui viviamo”, spiega Sortino.
Il ruolo dei docenti e dei genitori
Spesso si attribuisce la colpa delle tensioni ai docenti, accusati di incapacità comunicativa e divario generazionale. Ma Sortino respinge questa idea, sottolineando come anche i docenti più giovani, oberati da adempimenti burocratici, finiscano per eccedere nel rigore.
La docente descrive i suoi studenti come “una generazione di giovani che pretende ascolto e fiducia”, mentre i genitori sono spesso “assenti o distratti, lontani dal patto educativo scuola-famiglia”. Questa mancanza di fiducia si traduce in un atteggiamento prevenuto nei confronti dei docenti e in una tendenza a giustificare sempre e comunque i propri figli.
La violenza come conseguenza della sfiducia
Le aggressioni ai professori, secondo Sortino, sono la conseguenza di questa sfiducia e della mancanza di un dialogo costruttivo tra scuola e famiglia. “Sbagliare comunicazione, perseguire la logica punitiva, non può che far esplodere le fragilità in forme di violenza”, afferma la docente.
Il ruolo dei voti e dell’autorevolezza
Anche i voti, secondo Sortino, possono contribuire ad alimentare l’aggressività dei ragazzi. La docente propone di sostituire il “mero voto” con una valutazione che dia valore alla persona. L’autorevolezza dei docenti, invece, non si basa sull’imposizione, ma sulla capacità di prendersi cura degli studenti e di creare un rapporto di fiducia.