Docente tutor, i sindacati: “Discussione da portare in sede contrattuale”. Floridia: “Soliti proclami del ministro”
Le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, riguardo il docente tutor hanno fatto discutere il mondo della scuola.
Sull’argomento interviene subito Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams: “Sicuramente l’idea del ministro è originale, ovviamente la discussione va portata nella sede del prossimo contratto, successivo a quello attualmente in chiusura. Occorrono innanzitutto notevoli stanziamenti, anche perché in questo momento i gruppi classe a cui si riferisce il ministro sono oltre 370mila”.
“Andrebbero, poi, disegnate con cura le caratteristiche di questa figura che dovrebbe essere, non solo formata, ma di comprovata esperienza e con almeno una ventina di anni di insegnamento effettivo. Allo stato attuale non sembra, a partire dalla cronica scarsità di risorse, una semplice passeggiata”.
A proposito di tutoraggio, da molti anni la Gilda propone che i docenti più anziani siano esonerati da alcune ore di insegnamento per dedicare la loro esperienza all’affiancamento dei colleghi più giovani, come avviene in altri Paesi europei.
“Lo Snals-Confsal ritiene che la figura del docente tutor, nei termini in cui è stato annunciato dal ministro dell’istruzione Valditara, meriti una seria riflessione. Il contratto vigente considera la funzione docente in maniera unitaria e non c’è traccia alcuna di una funzione tutoriale riservata solo ad una parte dei docenti. Tra l’altro, la responsabilità didattica ed educativa appartiene al collegio dei docenti che dovrebbe in totale autonomia procedere alle scelte organizzative più coerenti con i bisogni educativi di studentesse e studenti”, così il Segretario Generale SNALS-Confsal Elvira Serafini.
“Sul piano pratico i compiti tutoriali sono esercitati, come è giusto che sia, da tutto il team docente. Anche in questo caso avremmo preferito che il ministero avesse avviato un confronto con le parti sociali prima di imporre dall’alto soluzioni organizzative che rientrano nelle prerogative delle scuole, le quali esercitano la loro funzione in piena autonomia dovendo rispettare solo le norme generali ed principi fondamentali delle norme in materia di istruzione”, conclude Serafini.
Sulla nuova figura dei docenti tutor nelle scuole “sarebbe auspicabile che ci fosse una partecipazione attiva con le forze sociali; mi aspetto che il ministro Valditara ci convochi per concertare queste nuove figure che ha in mente, soprattutto perché sono figure che vanno contemplate dal contratto, serve una regolamentazione dei carichi di lavoro e dei compensi, serve un intervento organico e non a spot”. Così all’ANSA la segretaria Cisl Scuola Ivana Barbacci sulla proposta del ministro dell’Istruzione.
“Dopo un primo approccio positivo relativo alla chiusura del contratto – spiega Barbacci – ci sentiamo nella necessità di aprire un tavolo per dare voce, sostanza, partecipazione e condivisione alla necessità di nuove figure professionali nella scuola. In realtà ce ne sono già, già oggi i consigli di classe si prendono cura delle situazioni più complesse. In alcuni casi le risorse del PNRR non sono destinabili al personale in servizio ma solo esterno. Incontriamoci, parliamo delle idee del nuovo ministro, rendiamole compatibili con i percorsi e partecipiamo ad un nuovo modo di approcciare la scuola in maniera più personalizzata“, conclude la dirigente sindacale.
“Sembra proprio inevitabile: ogni ministro, di qualsiasi governo, non riesce a trattenere l’aspirazione a voler fare daccapo, a cambiare, a trasformare l’esistente, invece di farlo funzionare meglio. La scuola non è un campo nel quale sperimentare innovazioni à la carte”: è quanto afferma, parlando con l’ANSA, il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, riguardo gli annunci del ministro Valditara sull’istituzione della figura del docente tutor a scuola.
“In un momento delicato, nel quale si sta discutendo all’Aran, la parte normativa del contratto, e in Parlamento si mettono a punto gli emendamenti al Milleproroghe, compresi quelli sui vincoli alla mobilità del personale, sarebbe opportuno e utile prima chiudere le partite in atto – osserva D’Aprile – l’esiguità delle risorse non può essere la chiave con la quale guardare agli interventi destinati all’istruzione. Pochi soldi per pochi: è questo ciò che ci viene da leggere all’annuncio del docente tutor. Una parabola che conosciamo già e che auspichiamo non ritorni”.
“Valorizzare l’esistente, togliere carte inutili, offrire garanzie di stabilità al personale precario, sciogliere i vincoli professionali e territoriali, costruire percorsi professionali aderenti alle diverse figure della comunità scolastica. Un lavoro che siamo intenti a costruire in sede sia contrattuale che negoziale, guardando ai bisogni concreti. Come si diventa tutor, chi lo decide, con quali compiti, quali criteri, quale retribuzione? Prima di dichiararci contrari o d’accordo sarebbe opportuno conoscere i dettagli del progetto che devono essere alla base di una programmazione non estemporanea ma che necessita necessariamente di un confronto serio e preventivo da riportare in sede contrattuale”, conclude il dirigente sindacale.
Sul tema c’è da segnalare anche le parole di Barbara Floridia, capogruppo del M5S al Senato ed ex sottosegretaria all’Istruzione: “Il ministro Valditara oggi ci fa sapere in una intervista che “la grande sfida è combattere la dispersione scolastica” e parla della possibile introduzione di un “docente tutor per ogni gruppo classe”. Peccato che in manovra il governo di cui fa parte ha programmato tagli per 4 miliardi di euro nei prossimi anni e la riduzione di dirigenti scolastici con l’accorpamento di più istituti e il possibile taglio di centinaia di scuole sui territori. Inoltre non ha nemmeno rinnovato il personale aggiuntivo chiamato nelle scuole nel periodo del covid. Il tutor potrebbe essere anche una soluzione su cui convergere, ma siamo di fronte ai soliti proclami che, a fronte di azioni che si sono dimostrate negative per il mondo della scuola, sono ridicoli e inopportuni. E poi: perché non sono state confermate le risorse per lo psicologo nelle scuole di cui c’è molto bisogno?”.
Le parole del ministro Valditara
Nel corso dell’intervista rilasciata al Messaggero, Valditara ha annunciato l’introduzione della figura del docente tutor per ogni gruppo classe. Il docente dovrà avere una formazione particolare e anche essere pagato di più, dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare”.
La figura del tutor in classe, ha detto Valditara nell’intervista, entrerà in azione “dal prossimo anno scolastico, nel contempo avvieremo gradualmente una formazione specifica”.