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Docente trasferito per incompatibilità ambientale a seguito di segnalazione di un collega per ritorsione. È illecita l’azione del whistleblower? Ecco cosa dice ANAC

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Nel caso in commento, con delibera 564, del luglio 2020, l’ANAC, tratta  una vicenda  nella quale si affronta la questione di un presunto fatto avente carattere ritorsivo e/o discriminatorio in relazione alla dichiarata incompatibilità ambientale di una docente e del conseguente trasferimento disposto nei suoi confronti successivo alle segnalazioni fatte come whistleblower.

Cosa si intende per whistleblower?

Con il termine whistleblower si intende il dipendente pubblico che segnala illeciti di interesse generale e non di interesse individuale, di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, in base a quanto previsto dall’art. 54 bis del d.lgs. n. 165/2001 così come modificato dalla legge 30 novembre 2017, n. 179.

Se l’incompatibilità ambientale è fondata non c’è alcun intento ritorsivo
In particolare, si ritiene, afferma l’ANAC, “che, alla luce delle evidenze documentali acquisite e dell’intera istruttoria, le argomentazioni addotte dal omissis a giustificazione del suo operato siano idonee a ritenere che la declaratoria di incompatibilità ambientale e il conseguente trasferimento si siano basati su condotte della docente ulteriori e diverse, che prescindono dalla segnalazione di illeciti dalla stessa presentata al RPC in data omissis. n particolare, può affermarsi che la professoressa omissis sia stata trasferita d’ufficio dall’IIS “ omissis” di omissis, non a seguito delle segnalazioni effettuate come whistleblower, ma a causa della sussistenza di un forte conflitto venuto a crearsi negli anni con tutte le componenti scolastiche. (…) Dunque, è evidente che la motivazione che fonda l’incompatibilità ambientale della prof.ssa omissis e la conseguente decisione di trasferirla d’ufficio prescinde e nulla ha a che vedere con la sua qualifica di whistleblower”.

Il trasferimento adottato in conseguenza di una situazione di incompatibilità ambientale è legittimo anche se conseguente a segnalazioni di whistleblower ma indipendente da ciò
“ Ne deriva che il trasferimento d’ufficio adottato nei confronti della professoressa, essendo motivato da condotte diverse ed estranee alla segnalazione di illeciti, non può dirsi in alcun modo collegato ad essa e quindi non può definirsi ritorsivo. Coerentemente con ciò, l’Autorità ha già avuto modo di precisare nella Delibera n. 75/2020 che “ la sussistenza di fatti ulteriori e diversi sui quali si basa la declaratoria di incompatibilità ambientale costituiscono elementi indiziari utili per escludere la sussistenza dell’intento ritorsivo in capo al soggetto firmatario del trasferimento. (…)In conclusione, quindi, il trasferimento deve ritenersi adottato per rispondere all’esigenza di porre fine ad una situazione di conflitto creatosi, già prima della segnalazione del omissis, tra la prof.ssa omissis e la dirigenza, da un lato, e tra la prof.ssa e i colleghi, gli studenti e i genitori degli studenti dall’altro. Il provvedimento contestato, dunque, non risponde alla volontà di “punire” la prof.ssa per aver segnalato illeciti al RPC omissis; diversamente, la segnalazione di illeciti in esame si inserisce nella vicenda in modo del tutto neutro in quanto essa non può dirsi né la causa scatenante dell’incompatibilità ambientale né un fattore che ha inciso sul trasferimento giacché, esso, con ogni probabilità, sarebbe avvenuto ugualmente anche se la segnalazione non vi fosse stata”.

Sul nesso di causalità tra la segnalazione di whistleblower e la misura ritenuta ritorsiva
D’altronde, come già sancito dall’Autorità nella Delibera n. 75/2020 “ il nesso di causalità tra la segnalazione del whistleblower e la misura ritenuta ritorsiva viene meno laddove è possibile affermare che tale misura sarebbe comunque stata adottata anche in assenza della segnalazione”.

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