Docente sospesa perché non vaccinata: “Mi sento bullizzata”. Lettera

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inviata dall’insegnante Valentina Iorizzo  – Oggi sono io ad essere bullizzata, sono io a rivestire i panni della vittima, sono io ad essere inerme, senza forze e senza fiato. Sono io la preda dei bulli che ignorano il grido disperato d’aiuto. Un grido sordo che riguarda solo le vittime, tutte ansanti, alla ricerca della verità.

Essere catapultata al di là della cattedra è un dolore insopportabile tanto più amaro quanto più si ama il proprio lavoro, che lavoro non è perché la scuola è il mio mondo, è la mia gratificazione quotidiana, è quel vivaio di relazioni umane sempre vivo e sempre alimentato dal fuoco della passione per l’insegnamento.

Come referente esperto di Bullismo ho lottato per anni infondendo nelle diverse generazioni il disvalore della prevaricazione, della violenza, a vantaggio dell’efficacia del dialogo, del punto di raccordo e della condivisione pacifica delle diversità.
Oggi mi sento disorientata, il mio credo, la mia buona fede, le parole piene di speranze riversate in classe, diventano vuote.

Grande empatia, oggi più di ieri, mi sento di provare per chi, ingiustamente, subisce prevaricazioni violente e intimidatorie.

Viviamo in uno strano contesto storico, tutto è concesso a tutti purchè si rientra nel calderone dei vaccinati. Non importa se viene meno il rispetto verso le sacralità, o il deturpamento dell’essere umano, o la prevaricazione sociale o il valicare il confine del consentito giuridicamente.

Chi può farlo e chi neanche pensarlo.

Questa è l’Italia che viviamo oggi. Un’Italia fatta di collisioni, di contraddizioni, di amarezze e di superficialità.

Non contano i danni che si arrecano agli esseri umani, ma ciò che conta è il grande numero degli inoculati.

Giorno dopo giorno la mia ansia cresce unitamente alle mie sofferenze e alla mia incredulità per un decreto tanto ingiusto, con il sapore di anticostituzionale, messo in essere, dallo Stato Italiano.

Come docente ho perso il mio posto di lavoro, sospendendomi sono stata privata di tutti gli onere, giuridici ed economici.

Vivo nella dualità costante, l’essere fiera di non aver ceduto al ricatto, perché intimorita dalla paura, generata da comprovati dubbi, e il conflitto per non essere in classe con i miei alunni, e continuare con loro il percorso di crescita e formazione. Ogni singolo giorno vengo contattata da genitori ed alunni che anelano il mio ritorno in classe.

Come docente, non posso più insegnare, a meno che non obbedisca ad una devozionale ed insulsa intimidazione.
Vox populi: “questa decisione, ha il sapore di una vendetta punitiva”!

Eppur così li tacciamo ma poi taciamo……

Cosa possiamo pretendere dai nostri alunni, future generazioni, pilastri del nostro mondo, se lo Stato oggi sta impartendo il più grande flop della vita, la prevaricazione sociale? Come possiamo parlare di democrazia, come possiamo dir loro che nessuno è costretto a fare ciò che non vuole?

“Rispetta il tuo corpo, non permettere a nessuno di oltraggiarlo, curalo e difendilo perché è tuo!”

Come possiamo continuare nel racconto del: “rispetta il tuo prossimo come te stesso”? Allo stesso prossimo, a cui è stata negata la dignità.

Lavoratori onesti che hanno dimostrato di rispettare la Patria reinventandosi per garantire l’istruzione, la sicurezza e la salute.

Gli stessi LAVORATORI che oggi sono stati egregiamente emarginati, offesi, violentati ed isolati.

Ma nulla è perduto, perché similmente, stiamo insegnando alle stesse generazioni, sbalordite e sbigottite, cosa significa resilienza, annaspare, annegare, ma resistere alle intemperie. Quando si crede in ciò per cui si lotta allora bisogna dar voce alla temerarietà, non come presa di posizione, ma come consapevolezza di coscienza e conoscenza.

Cari ragazzi, questa resilienza è per voi, affinche’ possiate vivere un futuro libero e degno di rispetto, per voi, per il vostro corpo e per il prossimo, un futuro scevro da compromessi e da inganni.

Con il cuore trafitto, l’anima deturpata con l’ultima nota dico: “Ora siamo all’assurdo”.

Vi prego di non continuare oltre l’impossibile, la sfera psicologica è stata messa a dura prova, quella economica ha subito gravi perdite, mi appello al briciolo di moralità che è rimasto integro in qualcuno di voi. Sia fatta la cosa giusta!

Noi siamo in ginocchio, questa volta non davanti a Dio, ma davanti all’insolenza umana, che ha generato malessere e discordie.

Che regni la libertà!

“Che il sole non tramonti mai su questa gloriosa conquista umana” Cit. Nelson Mandela

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