Docente nega i numeri dell’Olocausto. Rischia il licenziamento? L’esperto: “Possibili sanzioni, ma allontanamento da scuola non è scontato”

Ha destato scalpore la notizia riguarda un docente di Economia politica e diritto di un istituto superiore di Milano che ha interrotto, lo scorso 26 gennaio, uno spettacolo teatrale in ricordo delle vittime dell’Olocausto, accusando gli attori di “dire solo quello che vi fa comodo” e di “gonfiare i numeri” sui morti. Per il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, “il negazionismo è incompatibile con qualsiasi ruolo pubblico”.
L’esperto di Diritto del lavoro, Franco Scarpelli, a La Repubblica spiega che la strada per giungere a una soluzione riguardo a un episodio di “libera manifestazione del pensiero” non è semplice. Anche se le affermazioni sono totalmente non condivisibili, il licenziamento non è una soluzione immediata. Prima che venga presa una decisione disciplinare, deve essere instaurato un procedimento in cui il docente può difendersi e essere ascoltato da un ufficio apposito.
Scarpelli sottolinea che la libertà di espressione va valutata a prescindere, anche se i docenti devono adottare modalità appropriate di espressione. In questo caso, il metodo utilizzato è censurabile e ancora più grave perché contesta un fatto storico accertato, come i numeri della Shoah. Inoltre, il messaggio che tutto è contestabile non può essere trasmesso da un docente. Anche se il licenziamento non è scontato, la situazione del docente potrebbe essere complessa poiché ci sono diversi elementi che potrebbero portare a un provvedimento disciplinare, anche espulsivo.