Docente fuori sede: “Sono una mamma, sto per perdere la casa e non si trovano alloggi in affitto. Sono disperata”. INTERVISTA

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“Sono una docente, sono una mamma, e sto per perdere la casa, sono disperata perché non si trovano alloggi in affitto”. Il grido di dolore arriva da una professoressa Claudia che insegna a Vignola, la città delle ciliegie, in provincia di Modena.

A ottobre le scadrà il contratto grazie al quale abita da diversi anni in affitto assieme ai suoi due figli. Ma ora il proprietario dell’alloggio le ha comunicato la propria decisione di non rinnovare il contratto alla scadenza probabilmente per esigenze personali, legate alla necessità di voler rientrare in possesso dell’appartamento per ristrutturarlo e darlo alla figlia.

Sullo sfondo, per molti proprietari di appartamenti e case, la prospettiva di guadagni facili e veloci indotta in maniera concreta dal fenomeno degli affitti brevi che possono fruttare al proprietario ingenti somme mensili. Fatto sta che la ricerca assidua di un nuovo immobile da prendere in affitto dove trasferire la propria famiglia e i propri mobili non ha dato alcun esito alla docente, originaria del Sud, che preferisce non rivelare la propria identità, “per una questione di dignità”, ma al contempo è vivissimo il suo senso di ribellione contro una situazione che è diventata all’improvviso allucinante, ciò che l’ha spinta a contattarci.

Negli ultimi tempi, soprattutto nell’ultimo anno, è quasi impossibile riuscire a reperire un alloggio da prendere in locazione a prezzi che siano accessibili ed è addirittura quasi impossibile trovarne uno anche a qualunque prezzo. Le agenzie immobiliari alzano le braccia.

Un tempo in molte città si poteva leggere l’avviso infamante Non si affitta a i meridionali, ormai manca solo che scrivano sul portone di ingresso Non si affitta. Intanto non sono pochi i docenti e il personale Ata fuorisede che una volta preso il servizio in zona si assentano per lunghi periodi proprio per la carenza di alloggi e per i prezzi esorbitanti, una soluzione drastica, che danneggia il sistema scolastico ma talvolta fare entrare il due nel tre non ci si riesce proprio.

Il caro-affitti sta sconvolgendo la vista sociale del Modenese. La città e la provincia sono diventate all’improvvisto una meta turistica dopo l’uscita al cinema in visione mondiale del film su Enzo Ferrari. E se da una parte c’è chi affitta a prezzi onesti, come Lucetta Dondi, che nella pagina Fb della Gazzetta di Modena scrive “Ho affittato un appartamento ammobiliato a Castelfranco Emilia di 80 metri il prezzo la stabilito l’agenzia a 550 al mese come mai tutti chiedono tanti soldi c’è qualcosa che sfugge o sono tutti ladri o io un oca ma mi va bene così”, dall’altra parte si è impennato il numero di proprietari che vuol fare soldi facili affittando a giornata o a settimana.

Mi hanno chiesto 75 euro al giorno per un alloggio di fronte al policlinico di Modena – spiega Roberta, una giovane che sarà a Modena a metà febbraio per frequentare un corso di formazione professionale – Quasi 1200 euro per 15 giorni. Gli ho detto che si doveva vergognare perché se ne approfittava perché tante persone hanno bisogno in quanto hanno congiunti ricoverati nel vicino ospedale, e ho dovuto rinunciare, poi con una conoscenza ho trovato a un po’ meno”.

Concetta Ruotolo dice che “è una vergogna”. La soluzione? “Abbandonare Modena e tutte le città con prezzi proibitivi e lo dico da persona che ama questo territorio e lo ha scelto come luogo in cui provare a cercare stabilità e indipendenza. Decidere di andare via sta diventando una possibilità sempre più concreta e lo dico con l’amarezza di chi, in questa città, ha trovato una realtà scolastica favolosa, un contesto educativo estremamente stimolante, sia dal punto di vista personale che professionale. I prezzi del mercato, però, non consentono di fare scelte serene: viviamo in un paese in cui l’ascensore sociale è irrimediabilmente bloccato e la speculazione fa il resto. È un quadro avvilente, ma sembra non importare a nessuno”.

Il governo ha promesso un giro di vite sul fenomeno degli affitti brevi, ma gli effetti non si sono visti, anzi la situazione peggiora di giorno in giorno. Sono gli effetti ben conosciuti del libero mercato, ma lo Stato fino a quando potrà omettere di intervenire? Per molti anni ha funzionato il contratto a canone concordato, che consente ai proprietari un abbattimento clamoroso dell’aliquota fiscale sul reddito da affitto: il 10 per cento di cedolare secca e la quasi esenzione dell’Imu. Un bel risparmio per i proprietari, peraltro scaricato sulle spalle del fisco, cioè dei cittadini, ma l’ingordigia negli ultimi tempi ha preso il sopravvento.

Di certo la situazione è esplosiva. Ricorderete la nostra intervista al bidello calabrese Rocco Scoleri, assunto dal liceo Sigonio di Modena e costretto a vivere di stenti a Modena per l’esiguità dello stipendio a fronte di un prezzo non certo a buon mercato di una camera. Rocco per sua fortuna ha poi ottenuto il trasferimento nella sua città di provenienza, Bovalino in provincia di Reggio Calabria. Rientrando nella sua casa di proprietà e cessando di pagare affitti la vita di un lavoratore cambia d’improvviso e sembra di rinascere. Ma non a tutti viene offerta questa prospettiva e allora occorre fare i conti con l’esistente, con l’esistenza e con quel che c’è.

Per avere una percezione del fenomeno, basti pensare che anche il sindacato dei poliziotti della Questura è in sofferenza. “A causa di stipendi bassi e di canoni di locazione elevati – denuncia il Siulp, il Sindacato Italiano Unitario dei Lavoratori della Poliziai nuovi agenti che arrivano in questo territorio faticano moltissimo a reperire una sistemazione abitativa adeguata, considerato anche che gli alloggi nelle caserme vengono concessi solo per un breve periodo. Per tale non trascurabile motivo, tali operatori, appena possono, cercano di fare rientro al paese di origine, o comunque chiedono il trasferimento in una provincia meno onerosa. Questo comporta che non appena vengono istruiti e formati, lascino il territorio modenese per fare posto ai nuovi operatori inesperti, ed il ciclo di formazione ricomincia da zero. Questo meccanismo di continuo e logorante turn-over, incide molto sul livello di sicurezza di Modena, poiché sovente viene a mancare quella conoscenza del territorio e delle problematiche connesse che, solo anni e anni di servizio su strada e poi investigativo, possono fornire all’operatore di polizia. Il controllo del territorio, che consiste anche nella conoscenza delle varie zone della città e dei relativi frequentatori, diventa patrimonio lavorativo per la Volante che pattuglia le strade, ma anche per chi, in seconda battuta, deve svolgere indagini di polizia giudiziaria per scoprire i responsabili di reati”.

Professoressa, la situazione è davvero così difficile?

“La situazione è un disastro. Ho due figli, uno stipendio da insegnante e non mi posso permettere di spendere somme che ormai superano i mille euro al mese”

Da quanto tempo sta cercando l’alloggio?

“Ho la disdetta ed entro ottobre devo lasciare. Cerco casa a tutto andare e non riesco a trovare nulla perché gli affitti che propongono sono carissimi. Inoltre sono alloggi piccoli, io ho due figli, dove li metto? La situazione è molto tragica e ho visto che altri docenti sono nella mia stessa situazione in zona. Mi hanno proposto un alloggio di 55 metri quadri a San Cesario, un altro simile a Spilamberto. Sono stata in un’agenzia, mi hanno concesso un colloquio di 10 minuti e volevano 1000 euro come compenso per la mediazione ma era un postaccio, piccolo e situato in un condominio sporco, tenuto male e male abitato. Il posto non era di mio gradimento, non l’avrei mai preso”.

Possibile che in una città come Vignola non si trovi nulla?

Dentro Vignola non c’è nulla, nemmeno a Savignano: zero. L’agenzia mi ha detto: la mettiamo in banca dati e la chiamiamo. Ma non ho mai ricevuto una sola risposta.

Perché succede questo, secondo lei?

Ultimamente tutti affittano le stanze per prendere più soldi. Una mia collega di scuola la sta pagando 500 euro, sono in tre docenti e il proprietario prende1500 euro. Nessuno affitta più a 600 euro al mese, cioè quello che pago ora, anche se è un appartamento datato è in centro a Vignola. Alcuni miei colleghi mi hanno detto ieri che mai hanno avuto questi problemi lavorando a Roma o a Firenze, a Modena e dintorni invece è una cosa terribile. Ma quattro anni fa non era così, ora è terribile, quel poco che c’è è fatto di alloggi molto piccoli e i prezzi sono esorbitanti. Una collega insegnante sta spendendo 500 euro per una stanza in un condominio situato nei pressi della scuola. Un altro fa il pendolare dalla Romagna in automobile ogni giorno perché qui in zona non si trova nulla di accettabile. La situazione è fuori controllo, è tragica. Siamo qui per lavorare, dove arriveremo? Diverse persone si sono rivolte ai giornali per questa grande difficoltà nella zona modenese, spece con l’arrivo della Philip Morris e con tutti gli insegnanti e personale Ata che arriva dal Sud affittano stanze e non appartamenti perché come dicevo ci prendono di più. Un proprietario mi ha detto che mi dovrei arrangiare e che i figli li potrei mettere a dormire su un divano letto. Mille euro su un divano letto? La gente che ha il piatto pieno non può comprendere chi vive solo dello stipendio.

Che succederà ora?

“Io non so che fine farò, continuerò a cercare. Mi sto ammalando nel non trovare casa con due ragazzi, ne sto facendo una malattia perché sennò non mi sarei rivolta a voi. La figlia del proprietario ha il diritto a riavere la casa ma io dove vado? Lei un tetto ce l’ha, ma io e i miei figli dove andiamo? Se fossi al Sud ci sarebbe mia mamma ad ospitarmi, prenderei i mobili e li metterei in un garage. Ma io qui a Vignola non ho nessuno. Se non avrò trovato un alloggio non mi muoverò di qui, dunque il proprietario mi porterà davanti a un giudice, ma io se non trovo casa dove vado? Se la dovessi trovare ho capito che per due stanze dovrei spendere non meno di 900 euro al mese più le spese condominiali. Inoltre tutti chiedono un sacco di soldi come cauzione e anticipo e pretendono due contratti di lavoro a tempo indeterminato ma io che sono la sola adulta che lavora dove glieli trovo due contratti di lavoro oltretutto a tempo indeterminato?

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