Docente esperto, non si può fare: tra i tanti contrari c’è anche il M5S. Anief: senza accordo in Parlamento come si fa a convertire le legge?

Vi sono forti dubbi sulla conversione in legge della norma che introduce nella scuola il docente esperto, a cui dare 5.600 euro in più l’anno dopo tre trienni di formazione ma solo dal 2032. Nelle ultime ore, anche il leader politico del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, he espresso forti dubbi sostenendo “il Governo Draghi ha deciso che l’1% degli insegnanti, dopo un percorso di formazione, fra 10 anni potrà essere definito “esperto” e così ricevere un assegno di 5.650 euro. Sì, avete letto bene: tra 10 anni”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “non solo la novità, imposta dal Governo senza alcun confronto con sindacati e parti sociali, è stata già ampiamente bocciata da quasi tutto il mondo della scuola, ma a conti fatti non c’è nemmeno la maggioranza in Parlamento per approvarla. O salta l’ultima norma inserita dal Governo Draghi, denunciata prima di tutti da Anief, o rischia di non essere approvato il decreto legge che pure stanzia 14 miliardi di spesa ma non un euro per la scuola”.
Il sindacalista autonomo fa notare che “se M5S, FdI ed altri partiti sono contro il docente esperto, la norma va stralciata. Oppure sostituita con la conferma dell’organico Covid, con la ventilazione automatica delle aule, con delle risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto, con l’inserimento di tutti i candidati nelle graduatorie del concorso straordinario bis. La verità è che questo DL, presto in Gazzetta Ufficiale, non può essere convertito in legge perché non ha i voti del Parlamento. Non c’è più una maggioranza di Governo e quindi, soprattutto su questioni divisive e non emergenziali, non può esserci una questione di fiducia”.
“Gli altri partiti, a proposito, cosa pensano delle vere urgenze per la scuola che mancano nel decreto legge Aiuti bis e invece della presenza del nuovo docente esperto? Per un milione e mezzo di lavoratori della scuola sarebbe importare sapere la loro posizione in merito, così che possano farsi un’idea visto – conclude Pacifico – che il prossimo 25 settembre si torna alle urne per decidere quale sarà il nuovo Parlamento italiano”.