Docente esperto, i sindacati chiedono lo stralcio della norma: “Disparità di trattamento a parità di condizioni di lavoro”
Si lavora al decreto Aiuti bis e in particolare per la norma sul docente esperto. L’emendamento presentato da Leu, che prevede l’abrograzione dell’articolo in cui è inserita la figura, ha ricevuto timide aperture da parte dei partiti.
Intanto i sindacati plaudono alla decisione della VII Commissione Istruzione al Senato di dare parere negativo alla norma.
“La settima commissione del Senato, nel corso della discussione finalizzata al parere sull’articolo 38 del DL 2685, il cd. “decreto aiuti-bis”, si è espressa in termini fortemente critici su quanto previsto in merito alla figura del docente esperto. La commissione muove obiezioni di non poco conto, sia di merito che di metodo, di fatto accogliendo in gran parte le osservazioni espresse dalle organizzazioni sindacali”.
E ancora: “Per la Commissione, il decreto introduce una qualifica, quella appunto del docente esperto, che non prevede nuove funzioni introducendo disparità di trattamento a parità di condizioni di lavoro; il riconoscimento è poi riservato a una quota eccessivamente ristretta del personale e la procedura di conseguimento è definita, senza il dovuto confronto con le parti sociali, in sede extra contrattuale. La commissione peraltro sottolinea come sia necessario procedere senza indugio al rinnovo del contratto di lavoro del personale della scuola”.
“L’invito, unanimemente condiviso, alle Commissioni 5 a e 6 a affinché accolgano emendamenti che rimuovano le criticità indicate, invito che costituisce la condizione per un parere positivo della Commissione 7a, di fatto apre la possibilità dello stralcio che FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams hanno da subito indicato alle forze politiche come soluzione più opportuna e immediata. Richiesta che oggi ribadiscono con forza, preso atto positivamente della convergenza con le valutazioni espresse dalla Commissione 7a, in particolare laddove sottolinea l’inopportunità di legiferare in materie strettamente legate al rapporto di lavoro”.
Emendamento zero”, è stata ribattezzata la proposta della capogruppo di Leu, Loredana De Petris. Partito Democratico e Fratelli d’Italia sono su questa linea. Ieri in commissione Istruzione, riunita sul parere, il M5s ha chiarito che la norma non è idonea a valorizzare il merito. La Lega ha espresso perplessità.
PARERE VII COMMISSIONE ISTRUZIONE AL SENATO
Senato della Repubblica Italiana
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2685
La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,
premesso che l’articolo 38 introduce la qualifica di docente esperto, attribuendola ai docenti che superino tre percorsi di formazione in servizio consecutivi e ai quali viene riservato un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si aggiunge al trattamento stipendiale in godimento;
considerato che tale articolo entra pesantemente nel merito della organizzazione dell’insegnamento in ogni ordine e grado con norme legislative adottate senza alcun confronto con le parti sociali e al di fuori dalla logica della contrattazione collettiva;
considerato altresì che se appare condivisibile l’obiettivo della richiamata disposizione di introdurre una forma di progressione di carriera legata alla formazione permanente in una categoria che ne è strutturalmente priva, non possono tuttavia essere trascurate alcune evidenti criticità che rischiano di inficiare l’obiettivo finendo per creare più confusione che chiarezza;
ritenuto, nello specifico, che:
– la denominazione della nuova qualifica, quella di “docente esperto”, appare del tutto incongrua, se non contraddittoria, con le premesse, visto tra l’altro che essa non comporta nuove o diverse funzioni oltre quelle dell’insegnamento,
– la scelta di limitare a un numero di docenti esiguo (pari a non più di 8.000 unità annue, fino ad un massimo di 32.000 a partire dal 2035/2036, corrispondenti a poco meno del 4 per cento della platea complessiva degli insegnanti, pari a 850.000) la possibilità di accedere alla menzionata qualifica, e ai relativi aumenti stipendiali, appare inadeguata rispetto all’obiettivo;
– la nuova qualifica di “docente esperto” prelude alla creazione di un sistema di presunta carriera che esclude il confronto con le parti sociali e si pone fuori dal contratto collettivo, quindi sganciata da orari di lavoro, opportunità di sviluppo professionale e funzioni strategiche della scuola dell’autonomia;
considerato che risulta prioritario procedere senza ulteriore indugio al rinnovo del contratto del personale della scuola anche al fine di riconoscere centralità all’istruzione pubblica, di innalzare le retribuzioni portandole ad un livello europeo con maggiori risorse destinate all’obiettivo, di impostare il rinnovamento professionale, di definire incarichi e progressioni di carriera;
tenuto altresì conto delle restanti disposizioni di interesse della Commissione, ed in particolare degli articoli 16, 22, 34 e 39,
esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo con la seguente condizione:
che le Commissioni riunite 5a e 6a, in sede di esame del provvedimento in titolo, si facciano carico di accogliere emendamenti che consentano di superare le criticità richiamate in premessa con riferimento all’attuale formulazione dell’articolo 38.