Docente esperto, i presidi bocciano l’idea: “Bene valorizzare i più meritevoli, ma così non basta”

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“Pensiamo che possa essere un primo tentativo di creare quello che in letteratura scientifica si chiama ‘management scolastico’. Mi sembra, tuttavia, un tentativo molto timido”.

Così al Quotidiano Nazionale, Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi di Roma, l’introduzione della qualifica di docente esperto prevista dal decreto Aiuti bis.

Poi aggiunge: “Non ha ancora quella visione completa che noi auspichiamo da tanti anni. Non basta dare a qualche insegnante un emolumento maggiore. Serve un intervento strutturato in un ambito più ampio. Sono passi timidi che dovrebbero preludere a una impostazione ben più ampia e ben più solida del management scolastico e della carriera dei docenti. Ma la scuola ha bisogno di passi molto più incisivi”.

Prosegue Rusconi: “Tenendo presente che le scuole sono 8mila ma gli edifici scolastici sono 42mila, ci sembra un po’ una goccia nel mare. Se si vuole avviare un discorso serio sull’organizzazione scolastica non bisogna procedere con piccoli passi che, tra l’altro, creano un grande dissapore nella maggior parte degli insegnanti e dei sindacati e soprattutto non indicano una vera e propria lungimiranza professionale”.

Infine aggiunge: “A me sembra più un tentativo che si inserisce nella scia di figure come l’animatore digitale, il responsabile anti Covid, il responsabile anti bullismo. Quello che manca, lo ripeto, è una visione complessiva dell’organizzazione della scuola e del management scolastico di cui gli inglesi sono maestri. Tentativi fatti all’ultimo momento non hanno la possibilità, secondo noi, di cambiare l’organizzazione interna delle scuole”.

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