Docente di sostegno in cattedra senza titolo: la Corte dei Conti l’ha condannata a restituire oltre 35mila euro di stipendi indebitamente percepiti

La Corte dei Conti del Veneto ha condannato una donna a restituire poco meno di 36mila euro al Ministero dell’Istruzione. Questa somma include gli stipendi indebitamente incassati per l’attività di insegnamento svolta tra settembre 2019 e giugno 2021, oltre alla rivalutazione monetaria e agli interessi.
Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, la donna avrebbe ricoperto l’incarico di insegnante di sostegno presso una scuola per due anni scolastici, senza possedere il titolo di studio necessario per l’insegnamento.
Tutto ha avuto origine da una segnalazione giunta al dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale, che ha avviato un procedimento disciplinare contro la donna, culminato con il suo licenziamento.
Secondo quanto emerso, la donna avrebbe falsamente attestato di possedere il titolo di studio, sia per essere inserita nelle graduatorie provinciali e di istituto, sia al momento dell’assunzione.
Nello specifico, la donna avrebbe dichiarato di aver conseguito nel 2020 il diploma di maturità magistrale presso un liceo scientifico nel suo comune di nascita. Tuttavia, dalle indagini condotte dalla procura della Corte dei Conti è emerso che la donna non ha conseguito alcun diploma, e che la maturità magistrale non è ottenibile in un liceo scientifico.
Di conseguenza, la Corte dei Conti ha considerato la donna colpevole di aver ottenuto il conferimento di una supplenza in modo illecito mediante false dichiarazioni.