Docente di sostegno che insegna la disciplina e docente curriculare che affianca lo studente diversamente abile: l’esperimento della cattedra inclusiva in una scuola della Basilicata. Ecco come è andata

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Una sperimentazione che guarda al futuro, destinata a offrire una prospettiva nuova al ruolo del docente di sostegno e, in un certo senso, al concetto stesso di inclusione a scuola. E’ la strada tracciata per la prima volta in Basilicata nella scuola primaria dell’Istituto Comprensivo ‘Albino Pierro’ di Tursi (Matera).

In primo luogo da parte della Dirigente, Giovanna Tarantino, che a partire da una provocazione sulla funzione della leadership educativa nel processo inclusivo a scuola, ha voluto proporre questa sfida ai docenti, muovendo proprio dall’ipotesi pedagogica di Dario Ianes, ordinario di Pedagogia e didattica dell’inclusione all’Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento, che da anni propone una dimensione ribaltata del ruolo del docente di sostegno.

La Tarantino ha preso in carico la proposta di Ianes realizzandola a diversi livelli. In primo luogo con l’interscambio: la docente di sostegno è stata impegnata nella disciplina e ha potuto svolgere le attività proprio come un’insegnante disciplinare, mentre la docente disciplinare, con una vera e propria inversione di ruolo, si è resa disponibile per affiancare lo studente Diversamente Abile. Questa modalità si è realizzata sia per Arte che per Scienze Motorie.

“Non casuale la scelta delle materie – ha spiegato la Dirigente – entrambe individuate in relazione al bisogno e alle attitudini del bambino, in due ambiti in cui il suo coinvolgimento è stato centrale”.

Proprio questo è stato infatti il cuore della proposta: la possibilità, con il docente di sostegno a fare lezione per tutti, di sviluppare momenti didattici che avessero al centro, nella loro stessa programmazione, la logica dell’inclusione. Il bambino seguito si è trovato a fare le cose di tutti e con tutti, seguito da una maestra che era, in quel momento, la maestra di tutti.

“La reazione è stata davvero bella e utile su entrambi i fronti – ha raccontato la maestra di sostegno Annalisa Fittipaldi – da parte dei compagni, che mi hanno vista dall’altra parte, come una vera docente (per così dire) e, nell’altro senso, da parte del bambino a me affidato, che ha potuto vedermi come la maestra di tutti, e questo lo ha fatto sentire più vicino agli altri”.

Diversa la prospettiva che ha visto il coinvolgimento della maestra di sostegno Daniela Paternoster, che ha assunto il ruolo di docente di Inglese per la classe, con assegnazione della disciplina. “Sono partita da una domanda – ha detto la Paternoster – come posso fare inclusione se non sono inclusa io per prima?”.

E i genitori? Anche per loro la sperimentazione, come ci riferiscono dalla scuola, ha registrato sviluppi molto positivi. Dopo una prima fase di perplessità (legata al dubbio che questa “rivoluzione” implicasse una sottrazione di ore al bimbo affidato) alla fine anche loro hanno espresso grande entusiasmo per la proposta, avendo potuto osservare la più piena implicazione didattica del proprio figlio.

Profondo il grazie della Dirigente Tarantino a tutti gli attori coinvolti, le docenti di sostegno Andriulli Gloria, Fittipaldi Annalisa, Paternoster Daniela, assieme ai loro team che hanno dato la disponibilità all’interscambio: Cirillo Palmira, Popia Carmela, Rinaldi Giuseppina, Oliveto Maria, Longo Maria Filomena, Digilio Domenica, Elisabetta D’Alessandro, Nicolina Digilio, Maria Teresa Cosmo, Marica Faliero, e alla referente BES d’istituto, l’insegnante Antonella Dicrisci.

Alla presentazione dell’iniziativa, tenutasi mercoledì 19 giugno nei locali dell’istituto, sono state presenti la dott.ssa Angela Germano e la dott.ssa Immacolata Perna, componenti dell’equipe socio-psicopedagogica dell’Azienda Sanitaria di Matera. “Sono sfide di cui parliamo da tempo – ha detto ai presenti la Germano – ma vengono proposte come strategie possibili, e questo le depotenzia perché nessuno si sente obbligato a prenderle davvero in carico. Il coraggio della Dirigente è stato invece quello di proporre una vera e propria sperimentazione, e quindi un concreto impegno programmatico annuale, che ci ha permesso di vedere risultati concretissimi. Davvero complimenti a tutti”.

“Ho sempre tentato di fare tutto il possibile per individuare soluzioni per un apprendimento significativo per gli alunni, anche per i diversamente abili – ha concluso la Tarantino – e ho sempre sentito l’obbligo morale di dare a tutti il meglio e questo livello di inclusione è davvero il grande obiettivo che la scuola italiana è chiamata a raggiungere”.

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