Docente di potenziamento, scelto sulla base di titoli e poi impegnato solo in supplenze
La figura del docente di potenziamento nasce nel 20215, nell’ambito della Buona Scuola, allo scopo di apportare degli arricchimenti all’offerta formativa. Molto spesso però nella prassi delle scuole avviene che il docente con ore di potenziamento finisca per essere utilizzato in modo inappropriato, utilizzo che si discosta ampiamente dal leitmotiv che lo ha originato.
Il docente di potenziamento come tappabuchi
Lo abbiamo scritto nel 2015, nel 2016, nel 2017 e poi ogni anno fino al 2021, quando riceviamo ancora questi messaggi
“Si svilisce la professionalità e si viene utilizzati esclusivamente per il “bisogno” di coprire le classi, a discapito della dignità del docente, che invece deve poter essere apprezzato per le potenzialità valorizzanti. Si viene scelti sulla base degli attestati e dei corsi sostenuti per poi ritrovarsi sballottati da una classe all’altra per coprire i docenti assenti anche in corsi diversi”
Dedicare alle supplenze solo qualche ora
L’optimum sarebbe quello di coniugare lo spirito originario della legge con l’esigenza di supplenza, destinando a questo scopo un numero max di ore dal monte orario individuale di potenziamento
Perchè non sfrutta l’ora di supplenza per fare “potenziamento”
Alcune scuole, alcuni docenti si sono attrezzati in questo senso portando avanti una progettualità che interessa in modo trasversale le classi, attorno ad una problematica, ad un interesse, ad un obiettivo.
Ma non possiamo esimerci dal dire che i docenti si sentono anche dire dagli studenti “ci lasci liberi, tanto è un’ora di supplenza” riducendo quei 50 – 60 minuti ad un mero (e ancor più difficile a volte) compito di sorveglianza.
E se all’inizio il potenziamento poteva essere inteso come “quella nicchia di tranquillità” in cui avere meno responsabilità, meno lezioni da preparare, un numero minore di consigli di classe, non è certamente inteso così da chi investe nella propria formazione e ambisce a metterla a disposizione della scuola.
In attesa di tempi migliori.
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