Docente con 10 anni di precariato: “Mi rifiuto di fare il concorso, si agevolano i neolaureati. Noi poco tempo per studiare, ma tanta esperienza”

Prova scritta del concorso PNRR2 conclusa. Porterà all’assunzione di circa 20.000 docenti a tempo indeterminato nella scuola pubblica statale. Tuttavia, molti insegnanti precari con anni di servizio alle spalle hanno scelto di non partecipare. I motivi?
La denuncia di un precario storico con ben 10 anni di insegnamento alle spalle avanza dubbi sul concorso che non terrebbe conto dell’anzianità di servizio, mettendo sullo stesso piano chi ha insegnato per anni e chi “non ha mai messo piede in un’aula“. Altra questione oggetto di denuncia è il tempo che un precario ha a disposizione, diviso tra lezioni, consigli di classe, correzioni, riunioni.
Un neolaureato, invece, di tempo ne ha, scrive nella lettera. Altra questione è la mancanza di valorizzazione dell’esperienza. Il rischio, secondo chi scrive? Classi affidate a chi ha superato un test nozionistico, ma non ha alcuna esperienza nella gestione degli studenti.
Ad essere sotto accusa anche la procedura concorsuale stessa, con una prova scritta con test a risposta multipla e una prova orale in cui la traccia viene estratta al momento. Questo sistema viene considerato poco adatto a valutare le reali competenze didattiche, affidando parte della selezione al caso e penalizzando chi lavora da anni e non ha il tempo per dedicarsi esclusivamente alla preparazione teorica.
I precari storici? Risorsa ignorata, professionisti che hanno maturato esperienza nella gestione della classe, ricoprendo ruoli essenziali per il funzionamento della scuola stessa. Quale soluzione?
Una soluzione esiste, secondo lo scrivente: l’assunzione dei precari dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze , il cosiddetto doppio canale di reclutamento che garantirebbe continuità didattica agli studenti, evitando il paradosso di un insegnante precario che viene sostituito da un vincitore di concorso senza esperienza.