Docente ancora precaria a 54 anni: “Avrò prima la cattedra di ruolo o la pensione?”

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Una vita da precaria per la docente Rosanna Piccardo che fra poco diventerà nonna ma ancora non se en parla di ottenere una cattedra in ruolo.

Ho iniziato come tutti con qualche supplenza breve, qualche mese di sostituzione fino al 2007, poi pian piano gli incarichi si sono allungati fino a diventare supplenze annuali ma il posto di ruolo non è mai arrivato“, racconta a La Repubblica l’insegnante.

Non avere un contratto a tempo indeterminato alla mia età – prosegue – spesso viene vissuto, erroneamente, come qualcosa di cui vergognarsi. Soprattutto quando vedi colleghi ben più giovani di te che sono già di ruolo ma io non mi arrendo e tiro dritto per la mia strada“.

Duque anche quest’anno agosto è stato un mese particolare: “Ad agosto inizia a salire l’ansia per la paura di ritrovarsi senza un posto a settembre, finché non arrivano le nomine e si riparte comunque da zero, nuovi alunni, nuovi colleghi, si devono capire le dinamiche della scuola. Per materie come le mie che coprono soltanto due ore la settimana spesso ci si ritrova a coprire poche ore in tanti plessi. Ricordo gli inizi in provincia di Cuneo. Giravo per le scuole dei paesi, ci voleva anche un’ora e mezza di strada da un istituto all’altro. Quest’anno sono contenta di ripartire da un liceo, sarà una nuova avventura insegnare ai ragazzi più grandi“.

Dal 1999 in poi, fino al 2020, ai concorsi potevano partecipare soltanto i docenti abilitati – spiega – Invece negli ultimi anni basta avere 24 crediti formativi. Una beffa per i precari storici come me, la nostra esperienza non viene riconosciuta e ci ritroviamo sullo stesso piano dei giovani neolaureati“.

La donna ha partecipato al concorso del 2020 e racconta: “Io che ho sempre puntato su tecnologia alla fine con il quizzone sono passata a sorpresa in storia dell’arte. Peccato che in Liguria quest’anno siano state assegnate soltanto otto cattedre, e io sono 41a in graduatoria. Sono arrivati alla posizione 25 ho altri venti colleghi davanti. Penso che ci vorranno degli anni prima di arrivare al ruolo”.

Ma l’insegnante non si dà per vinta e sta provando a prendere la specializzazione sul sostegno per tentare unìaltra strada: “Ormai è una questione personale, dopo tutti questi anni di precariato lo devo a me stessa. Speriamo di arrivarci almeno prima della pensione“.

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