Docente accusata di abusi sessuali, Pellai: “Cosa posso insegnare ai bambini per difendersi”. Come individuare i segnali?

L’episodio a Castellammare di Stabia che ha visto l’arresto di un’insegnante accusata di maltrattamenti, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne nei confronti di alcuni alunni, spinge ad affrontare la questione anche da un punto di vista prettamente pratico e pragmatico.
I consigli per prevenire gli abusi sessuali
In tale direzione vanno i consigli che lo psicologo Alberto Pellai ha fornito durante un’intervista all’agenzia di stampa Agensir, ripercorrendo i contenuti di un suo libro non più edito, rivolti agli stessi bambini.
Si tratta di “azioni salvavita” per difendersi da potenziali abusi:
- Dire “no”: quando qualcuno provoca un forte disagio attraverso il suo modo di interagire con il corpo del bambino;
- Fuggire via: allontanarsi immediatamente dalla situazione;
- Raccontare l’accaduto: riferire l’esperienza a un adulto di fiducia.
Pellai evidenzia che il silenzio è una trappola per i minori vittime di abusi. È fondamentale educare i bambini a parlare apertamente di qualsiasi situazione che li metta a disagio, evitando che rimangano intrappolati nel silenzio e nella vergogna.
Per prevenire situazioni di abuso, Pellai insiste sulla necessità di un’educazione affettiva e sessuale fin dalla scuola primaria. Questo tipo di educazione aiuta i bambini a riconoscere comportamenti inappropriati e a sviluppare le competenze emotive necessarie per proteggersi.
Come individuare i segnali?
Un utile strumento, sebbene complesso, che i docenti dovrebbero tenere presente è l’insieme dei segnali provenienti dallo studente stesso, vittima di abusi.
Individuare i segnali di disagio nei bambini è fondamentale per identificare situazioni di difficoltà. I sintomi possono essere fisici, emotivi, comportamentali e sociali.
Vanno, dai disturbi del sonno, al cambiamento nell’appetito, fino alla presenza di segni sul corpo non giustificabili. Per quanto riguarda l’aspetto emotivo, la bassa autostima o una tristezza prolungata, accompagnata da ansia o paura possono rappresentare campanelli d’allarme.
Anche l’andamento scolastico, insieme ad altri segnali, può essere preso in considerazione. Ad esempio se il rendimento cala insieme ad una perdita di interesse nello studio, o se a un tratto lo studente dà segnali non prima presenti come la difficoltà a concentrarsi.
La capacità di gestire le emozioni è in questi caso una competenza fondamentale per il docente, insieme all’ascolto empatico e la gestione di eventuali segnalazioni.