Docente a 21 anni: “Mi sento uno di loro col rispetto dei ruoli. L’ascolto, oggi fra tante incertezze, viene prima della lezione”. La storia di Pasquale
Pasquale Memoli, insegnante tecnico pratico di 21 anni, da Salerno a Milano per una supplenza fino al 30 giugno. L’avventura da docente giovanissimo è iniziata a ottobre del 2021. Pasquale si è diplomato nel 2019 e si è inserito nelle GPS nello stesso anno con i 24 Cfu, ora insegna in due scuole, Enrico Falck, istituto turistico, e A. Vespucci, istituto alberghiero.
Studi e lavori?
Studio e lavoro contemporaneamente. Ho conseguito i 24 Cfu all’università e mi sono inserito in graduatoria. Sono iscritto alla Federico II di Napoli in scienze del turismo, indirizzo manageriale.
Vuoi proseguire con l’insegnamento?
A me piace insegnare perché lavoro con i ragazzi però poi il mio sogno è continuare nel settore dell’ospitalità, quindi diventare direttore d’albergo e nel contempo insegnare. Mi reinserisco in graduatoria appena ci sarà l’aggiornamento.
E’ difficile trovare il tempo di studiare?
Serve molta organizzazione. Per alcuni esami ho studiato fino a mezzanotte. La scuola ti impegna tantissimo. Non sembra, sono 18 ore settimanali, ma in realtà tra consigli, riunioni, preparare le lezioni, molti pomeriggi li passo al computer a lavorare per la scuola.
In quali classi insegni?
Prima, seconda, terza e quarta. Qualcuno ha la mia età, però mi hanno accolto con grande rispetto e sensibilità. L’approccio è fondamentale, soprattutto oggi. Mi trovo a volte con dei ragazzi che sono scoraggiati. Viviamo in un periodo pieno di incertezza. La pandemia, ora la guerra che dà incertezza al nostro futuro. A l0ro dico: “non ci arrendiamo. Non ci abbattiamo, continuiamo a credere nei nostri sogni e nel futuro nonostante tutto”. Non parlo in terza persona, mi sento uno di loro. Prima della lezione è molto importante l’ascolto. Molti vengono da contesti difficili, alcuni hanno problemi in famiglia, personali.
Uno di loro ma col rispetto dei ruoli?
Appena li ho conosciuti ho detto loro che doveva esserci pieno rispetto. Ci sono per qualsiasi cosa durante l’anno, possono chiedermi un consiglio sulle lezioni e anche su questioni personali. Essendomi diplomato da poco e trovandomi dall’altra parte, capisco ancora di più le loro esigenze. Un rapporto confidenziale, ma sempre delineato dai diversi ruoli: io sono l’insegnante, loro sono gli alunni, senza un distacco netto tra me e loro.
Ti pesa stare a tanti km dalla tua famiglia?
Appena posso scappo giù, per fortuna i social aiutano a farci sentire più vicini.