DL scuola, gli idonei al concorso: “Vogliamo la creazione di un elenco nazionale e l’accesso ai percorsi di formazione”. Avanzate proposte per maggiori assunzioni

Il decreto legge 7 aprile 2025, n. 45, ha segnato un passaggio cruciale per la scuola italiana. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in vigore dall’8 aprile, il testo si propone di rafforzare l’attuazione delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, intervenendo anche sull’avvio dell’anno scolastico 2025/2026. Tuttavia, per raggiungere realmente gli obiettivi fissati e risolvere alcune criticità già evidenziate, sono state avanzate una serie di proposte di modifica e integrazione da parte del movimento “Dignità al merito, esclusi PNRR“, che raggruppa docenti risultati idonei al concorso PNRR 2023/2024 esclusi dalle graduatorie.
Raggiungere i target delle assunzioni previste senza sacrificare l’equità
Un nodo centrale è rappresentato dall’obiettivo di 70.000 assunzioni previsto dal PNRR. Il decreto scuola prevede, infatti, l’integrazione delle graduatorie dei concorsi PNRR 1 e PNRR 2 con gli idonei che hanno superato la prova orale fino ad un massimo del 30% dei posti banditi. La proposta avanzata dal gruppo di docenti mira a superare proprio questo limite. Per rispettare il principio di equità e salvaguardare i diritti degli idonei, il movimento suggerisce di pubblicare integralmente le graduatorie di merito degli idonei che abbiano superato la prova orale nei concorsi ordinari.
Tali graduatorie dovrebbero essere utilizzate in via prioritaria per raggiungere i target assunzionali. Dove vi sia assenza di vincitori o mancata pubblicazione delle graduatorie nei successivi concorsi PNRR, si propone di procedere allo scorrimento delle graduatorie già esistenti, esclusivamente nelle classi di concorso prive di altre graduatorie valide.
Limitare l’incertezza nei percorsi di reclutamento
Un’altra proposta riguarda il blocco dei concorsi successivi al primo del ciclo PNRR. Il Dlgs. 36/2022, attuativo della legge delega 78/2022, aveva introdotto i concorsi pubblici annuali per la scuola, con l’auspicio che questa strategia potesse colmare il gap di docenti negli istituti scolastici. Tuttavia, le prove sono state caratterizzate da errori ed inesattezze che hanno ingenerato confusione e difficoltà nella gestione delle procedure concorsuali. La proposta del movimento è, dunque, di evitare che si ripetano gli errori riscontrati nella seconda procedura concorsuale e suggerisce la necessità di evitare ulteriori complicazioni che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi.
Inoltre, si propone di eliminare l’istituto delle assunzioni a tempo determinato “fino avente diritto”, considerato nocivo per la continuità didattica e per la stabilità del personale docente e delle istituzioni scolastiche.
Una nuova visione: l’elenco nazionale degli idonei
Per migliorare la gestione delle assunzioni, si immagina un sistema innovativo: la creazione di un elenco nazionale dove gli idonei, suddivisi per classe di concorso, possano iscriversi ogni anno, a prescindere dalla validità delle graduatorie di origine. La proposta si prefigge di superare quanto indicato nel DL scuola, che prevede l’istituzione di elenchi regionali per assumere gli idonei dei concorsi per docenti banditi dal 2020 in altre regioni.
Attraverso una finestra temporale appositamente aperta, gli idonei potrebbero manifestare la propria disponibilità ad accettare incarichi in qualsiasi regione con posti vacanti. La priorità verrebbe riservata a chi ha partecipato al concorso nella regione interessata, per poi proseguire in base al punteggio.
Qualora non si istituiscano graduatorie nazionali, la stessa logica potrebbe essere applicata su scala regionale.
Percorsi di formazione: la chiave per il futuro
Un ultimo aspetto riguarda la formazione dei docenti. La proposta di cui si è fatta portavoce “Dignità al merito, esclusi PNRR” richiede che sia riconosciuto a tutti gli idonei il diritto di accedere ai percorsi di prima formazione, anche in sovrannumero, preferibilmente in modalità sincrona online. Inoltre, per non ritardare ulteriormente l’immissione in ruolo, i corsi dovrebbero essere attivati entro il mese di gennaio.