DL Scuola, Crisanti (PD): “Bocciato emendamento proroga impiego docenti all’estero. Governo non considera italiani all’estero”
“Questo disegno di legge, su cui il governo metterà la 66esima fiducia, comprende 17 articoli che investono quattro ambiti: sport, sostegno didattico agli alunni con disabilità, disposizioni in materia di ricerca e università e misure urgenti per promuovere il regolare avvio dell’anno scolastico.
In Commissione abbiamo presentato 117 emendamenti ispirati a uno spirito costruttivo che fanno leva sulle competenze dei membri della commissione in materia di scuola e università. Ebbene, abbiamo ricevuto 117 no.
È impossibile che la maggioranza sia stata 117 volte sul giusto e che noi siamo stati 117 sbagliati: è statisticamente impossibile. È contro la logica, è una testimonianza assoluta di arroganza. L’Hybris è il peccato mortale che porta alla distruzione del politico, come per dottrina di studi il ministro Valditara certamente saprà.
All’articolo 14 si propone di dare la possibilità al personale impiegato all’estero nelle Scuole europee che sono al sesto anno di servizio (e quindi in scadenza) di prorogare il rapporto di impiego per altri tre anni. Ora non voglio entrare nella ratio del provvedimento, ma sul fatto che gli insegnanti italiani in servizio presso le Scuole europee sono 118. Si, esattamente 118.
E coloro che sono al sesto anno sono 15. Il Senato della Repubblica sta deliberando su un provvedimento che interessa 15 persone. E forse solo 1 o 2 sono interessate. Non comprendo – e non sono il solo – il perché non siano stati inclusi i docenti che operano nel Sistema di formazione italiana nel mondo, che sono di gran lunga molto più numerosi.
Gli italiani all’estero iscritti all’anagrafe Aire sono circa sei milioni di persone in costante aumento. Di questi, 3.2 milioni vivono in Europa e nel Regno Unito. Londra conta 375mila italiani posizionandosi all’ottavo posto per numero di cittadini italiani, che la pone come ottava città tra Firenze e Bologna. Ebbene, parlo per esperienza personale: se un italiano vuole far studiare l’italiano al proprio figlio, a Londra, è impossibile.
I nostri connazionali all’estero possono contare su 7 scuole statali, 46 scuole paritarie, 92 sezioni di italiano nelle scuole internazionali. Non deve quindi sorprendere che il 60% degli italiani residenti all’estero non parli italiano e non abbia nozioni sulla cultura italiana. Si tratta in gran parte di seconde e terze generazioni, giovani che hanno accumulato un grande patrimonio di competenze e che non torneranno mai in Italia. Non è la volontà che manca, il problema, ma l’offerta che noi gli proponiamo.
A proposito di avvio di anno scolastico, per gli italiani all’estero mi sarei aspettato che qui in Senato, invece di varare un provvedimento che interessa 1-2 persone, si aprisse un confronto su come potenziare la rete didattica, sul finanziamento degli enti gestori delle scuole parificate che non solo non è sufficiente, ma arriva sempre in ritardo e ne mette in pericolo la funzionalità e la vitalità.
La maggioranza dimostra ancora una volta che degli italiani che vivono all’estero non importa nulla. Non dimentichiamo che giusto pochi mesi fa il governo ha negato a oltre 1 milione di italiani che vivono in Svizzera e nel Regno Unito di votare alle elezioni europee. Si ignorano i diritti fondamentali di milioni di cittadini, ma siamo qui ad approvare premurosamente per un articolo che interessa al massimo 15 persone.
Non si comprende il perché non siano stati approvati gli emendamenti che estendevano gli stessi diritti a tutta la comunità degli insegnanti distaccati nel sistema didattico della formazione all’estero. Presidente, io mi auguro che questa maggioranza esaurisca presto la lista degli amici e parenti da privilegiare e passi a interessarsi e risolvere i problemi degli italiani e dell’Italia.”
Così, il senatore del Partito democratico, prof. Andrea Crisanti eletto nella Circoscrizione Estero Europa, intervenuto oggi in aula durante la discussione del DL Sport e Scuola.