Dl istruzione. Galan dice “No ad accise su birra e superalcolici”, invece: “stop ad esenzione IVA per i prodotti di posta massiva, bollette, estratti conti”
red – "Ho senz’altro alcune perplessità sull’impianto del decreto, prima tra tutti, quella che definirei come una minore attenzione allo studente rispetto che agli insegnanti." Ha affermato il presidente della VII Commissione cultura in una nota inviata alle agenzie.
Fise-Are. Bene emendamento Galan
red – "Ho senz’altro alcune perplessità sull’impianto del decreto, prima tra tutti, quella che definirei come una minore attenzione allo studente rispetto che agli insegnanti." Ha affermato il presidente della VII Commissione cultura in una nota inviata alle agenzie.
Fise-Are. Bene emendamento Galan
"Le coperture previste dal decreto, considerevoli, sono state individuate attraverso un percorso che, per la mia formazione e appartenenza politica, non posso condividere, ovvero attraverso un aumento delle accise su birra e superalcolici."
L’incremento, secondo il Presidente, porterebbe ad un impatto negativo sulla filiera delle bevande alcoliche "già alle prese con una contrazione dei consumi", afferma.
Non solo, si tratta di una manovra, continua Galan che "di fatto, andrebbe ad incidere indirettamente nelle tasche degli italiani che si vedranno aumentare, anche per effetto del recente dell’aumento dell’IVA al 22%, il prezzo finale dei prodotti al consumo"
"E questo tipo di previsione – continua – avviene per la seconda volta in poche settimane: già nel decreto cultura, da poco convertito in legge dal Parlamento, si prevede un innalzamento della tassazione sulle bevande alcoliche, tra l’altro ulteriormente aumentato durante l’esame parlamentare per far fronte ad ulteriori spese.
Ecco perché raccogliendo molteplici sollecitazioni circa l’inopportunità di queste coperture, sia a livello parlamentare che soprattutto dalla società civile, ritengo doveroso superare questa pratica del "tassa e spendi" per aprire la strada a strategie mirate di liberalizzazione di mercati che scontano ancora le vecchie dinamiche monopolistiche, di fatto distorcendo la libera concorrenza.
Come copertura alternativa abbiamo individuato un’anomalia normativa del nostro ordinamento relativa all’esenzione IVA per i prodotti di "posta massiva", bollette, estratti conti ecc. In ottemperanza alla Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 23 aprile 2009 (causa C-357/07) e in linea con la recente pronuncia dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato del 23 aprile scorso, ho presentato, d’accordo con il gruppo Pdl della VII Commissione, un emendamento che intende, liberalizzando un mercato, porre fine ad un’agevolazione fiscale unica in Europa. Germania, Olanda, Austria, Belgio, Finlandia e anche il Regno Unito considerano la c.d. posta business come negoziazione tra privati e quindi assoggettabile ad IVA.
Vorrei rilevare che tale proposta emendativa non comporta oneri aggiuntivi a carico dei consumatori, espressamente vietato dall’emendamento e delle aziende. Non si applica alle PA, per le quali l’IVA sarebbe un maggior costo da sostenere e liberalizza un mercato in linea con le esperienze UE adeguando il nostro ordinamento alle pronunce della giurisprudenza comunitaria.”
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