Studenti 10 Gen 2024 - 11:09

Divieto di fumo nelle scuole: niente sigarette (anche elettroniche) in tutte le aree di pertinenze degli istituti. Docenti e Ata hanno obbligo di vigilanza

Si può fumare a scuola? Una domanda con una risposta, probabilmente, banale. Ogni anno si ripresenta l’annosa problematica legata al divieto di fumo all’interno delle scuole.

L’argomento di per sé è sempre attuale e di grande interesse e impatto per i risvolti legati alla salute pubblica, soprattutto, fra i giovani. Non sono rari, purtroppo, i casi di comportamenti scorretti che gli studenti possono assumere. L’ultimo, che ha fatto scalpore, si è verificato un anno fa, quando due studenti di un istituto scolastico, in provincia di Modena, sono stati beccati con la sigaretta accesa in classe e, pertanto, invitati dal docente a spegnerla. L’insegnante, per tutta risposta, è stato aggredito verbalmente fino ad accusare un malore.

Cosa dice la normativa

Il problema del fumo, tra i giovani, è aumentato con l’avvento dei dispositivi elettronici, con la e-cig, detta anche sigaretta elettronica. La normativa, però, è chiara sull’argomento.

Nel 2003, la legge n. 3, nota come Legge Sirchia, estende il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, inclusi i posti di lavoro e i luoghi di svago. Introduce anche norme più rigide per l’etichettatura e la composizione delle sigarette, limitando il contenuto di catrame, nicotina e monossido di carbonio. Il decreto legge n. 158 del 2012 eleva l’età minima per l’acquisto di sigarette a 18 anni, da 16 anni stabiliti nel 1934.

Il divieto di fumo nelle scuole è in vigore dal 1975, ma la legge n. 3/2003 lo estende a tutti gli ambienti interni. Il decreto legge n. 104 del 2013 proibisce il fumo anche nelle aree esterne delle scuole, compreso l’utilizzo di sigarette elettroniche. Il personale scolastico ha l’obbligo di vigilare e segnalare le infrazioni. In caso di violazione delle norme antifumo, sono previste sanzioni, come stabilito dal Codice Penale e dalla normativa vigente.