Disturbi mentali tra i giovani in aumento dopo la pandemia, Murelli (Lega): “Si, a sportello psicologo a scuola”
La senatrice Elena Murelli (Lega), durante un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute, ha sottolineato l’importanza di affrontare i crescenti problemi di salute mentale tra i giovani, evidenziando come i disturbi mentali siano aumentati in seguito alla pandemia di Covid-19. Le malattie del cervello rappresentano oggi la prima causa di disabilità e la seconda di mortalità, subito dopo le patologie cardiovascolari. In particolare, Murelli ha parlato dell’esigenza di ascoltare e supportare maggiormente i giovani, attraverso progetti che li coinvolgano attivamente nelle attività scolastiche.
Il progetto “Mi vedete” e il ruolo dello psicologo scolastico
Tra le iniziative più rilevanti, Murelli ha citato il progetto “Mi vedete”, che punta ad ascoltare i ragazzi e ad integrarli nelle attività scolastiche. Ha poi evidenziato l’importanza dello sportello dello psicologo nelle scuole superiori, già attivato in molti istituti grazie all’impegno del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Secondo la senatrice, oltre alla figura dello psicologo, i giovani sentono il bisogno di una presenza costante di un educatore che li ascolti quotidianamente e li coinvolga nelle dinamiche relazionali.
La prevenzione del disagio giovanile
Murelli ha posto l’accento sulla necessità di intervenire precocemente per prevenire il disagio mentale, evitando che si manifesti attraverso comportamenti come il bullismo, la noia o disturbi alimentari. Ha ricordato che regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna hanno già avviato un piano di prevenzione per il periodo 2021-2025. L’Italia, ha sottolineato Murelli, è il primo paese ad aver istituito reparti dedicati ai problemi neuropsichiatrici infantili e adolescenziali, ma permangono criticità, come il malfunzionamento di alcuni centri di ascolto sul territorio.
Il ruolo dell’educatore e dell’educazione civica
Murelli ha concluso evidenziando come molti giovani, per paura dello stigma, evitino di confidarsi con amici o familiari, preferendo rivolgersi a una figura esterna come un educatore. Questo ruolo, secondo la senatrice, dovrebbe essere potenziato nelle scuole, affiancandolo a un rafforzamento dell’educazione civica, per promuovere momenti di ascolto e partecipazione. Queste attività, ha spiegato, potrebbero contribuire a creare le basi di un’educazione relazionale, oggi spesso assente nella società.