Dispositivi anti-abbandono, tra obblighi disattesi e tragedie evitabili. L’Italia fanalino di coda in Europa: “Legge poco rispettata e controlli inefficaci”

In Italia, come in Israele, vige l’obbligo di utilizzare dispositivi anti-abbandono sui seggiolini auto per bambini sotto i quattro anni. La normativa, introdotta il 7 novembre 2019, mira a prevenire tragedie come quelle avvenute a Roma e Marcon (in provincia di Venezia) nel 2023, dove due bambine di 12 e 14 mesi sono decedute per ipertermia dopo essere state dimenticate in auto.
Nonostante l’obbligo, la legge è “poco rispettata” a causa della “mancanza di controlli e sanzioni efficaci”. Un problema analogo riguarda l’obbligo dei seggiolini auto per i minori di dodici anni, dove l’Italia registra il “più basso tasso di utilizzo in Europa”.
Appello al Ministero dei Trasporti
Durante una conferenza stampa tenutasi nella Sala Caduti di Nassirya al Senato, è stato lanciato un appello al Ministero dei Trasporti. Le richieste sono chiare: approvare “al più presto”, possibilmente prima dell’estate, i regolamenti attuativi del nuovo Codice della Strada 2024 relativi ai dispositivi d’allarme, inasprire le sanzioni, incrementare i controlli, lanciare campagne informative e prevedere incentivi per le famiglie meno abbienti. È stato inoltre sollecitato un maggiore controllo sull’uso dei seggiolini e il ripristino dell’IVA agevolata al 5% per questi dispositivi, misura in vigore nel 2023 e poi riportata al 22%.
Un problema globale
L’iniziativa ha visto la partecipazione di figure politiche trasversali, tra cui le senatrici Tilde Minasi (Lega) e Simona Malpezzi (Pd), e Giulia Pastorella (Azione), a testimonianza dell’urgenza del tema. Presenti anche Massimiliano Paparcone, presidente di B810, azienda specializzata in tecnologie di connettività, Luca Tomasi, amministratore delegato di Inglesina e vicepresidente di Assogiocattoli, e Alfredo Boenzi, dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale. Se negli Stati Uniti, dal 1998, si contano 900 decessi infantili per colpi di calore in auto, in Italia i numeri sono inferiori, ma “ogni caso rappresenta una tragedia devastante”.