Dispersione scolastica precoce scesa all’11,5%: il livello più basso dal 2000. Laureati 30-34 anni in aumento
Il tasso di abbandono scolastico precoce in Italia è sceso all’11,5%, il valore più basso registrato dal 2000. Questo dato rappresenta un significativo miglioramento nel settore dell’istruzione, riflettendo una maggiore capacità di trattenere gli studenti all’interno del sistema scolastico fino al termine del percorso obbligatorio.
Incremento dei laureati tra i giovani adulti
Parallelamente, si osserva un incremento del numero di laureati nella fascia d’età 30-34 anni. Nel 2023, la percentuale è salita dal 27,4% al 29,2%, indicando un progressivo aumento del livello di istruzione superiore nel Paese. Tuttavia, nonostante i progressi, l’Italia resta ancora al di sotto della media europea per quanto riguarda il numero di giovani adulti con un titolo di studio universitario.
Reddito disponibile delle famiglie e inflazione
In contrasto con questi segnali positivi nel settore dell’istruzione, la disponibilità di reddito reale delle famiglie continua a rimanere al di sotto dei livelli del 2008. La crisi economica e l’inflazione degli ultimi due anni hanno ulteriormente ridotto il reddito disponibile, che nel 2023 si è attestato a sei punti percentuali in meno rispetto al 2008, mentre in Europa si è registrato un recupero.
Dibattito sul mercato del lavoro
Questa situazione economica ha alimentato il dibattito sul mercato del lavoro, con i sindacati che chiedono il rinnovo dei contratti per recuperare il potere d’acquisto perso. La Confesercenti stima che il ritorno ai livelli di reddito reale del 2008 potrebbe avvenire solo entro il 2028, mentre la Cisl invoca un nuovo accordo tra governo e parti sociali per definire una politica dei redditi.
Indicatori positivi nel mercato del lavoro
Nonostante la difficile congiuntura economica, alcuni indicatori del mercato del lavoro mostrano segni di miglioramento. Il rischio di povertà tra i lavoratori è sceso al livello più basso dal 2010, mentre il tasso di occupazione nella fascia 20-64 anni è aumentato dell’1,5%, raggiungendo il 66,3%. Tuttavia, l’Italia rimane distante dalla media europea, in particolare per quanto riguarda l’occupazione femminile.
NEET e disoccupazione
Si è registrato anche un calo significativo dei NEET, i giovani che non studiano né lavorano, il cui numero è sceso al 16,1%, il valore più basso dal 2009. La disoccupazione di lunga durata è diminuita, segnalando una maggiore dinamicità nel mercato del lavoro. Tuttavia, i sindacati avvertono che molti dei nuovi occupati sono assunti con contratti precari e salari insufficienti.
L’impatto dell’inflazione sulle famiglie
Il Codacons ha evidenziato l’impatto dell’inflazione, che tra il 2022 e il 2023 ha raggiunto il 13,8%, colpendo duramente le famiglie italiane. Questo ha spinto molte persone precedentemente inattive a cercare occupazione per compensare la perdita di potere d’acquisto, accentuando ulteriormente la pressione economica sul tessuto sociale.