Dispersione scolastica: a Palermo fino al 12% nel biennio 14-16 anni. Un convegno di TED e Nautilus per “fare rete”
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Accendere un faro sul fenomeno della dispersione scolastica è l’obiettivo di un convegno realizzato a Palermo da TED Formazione e dall’associazione di promozione sociale Sant’Erasmo Nautilus che ha coinvolto diversi soggetti istituzionali e del mondo scolastico. “Il problema della dispersione scolastica risiede nel concetto di povertà – afferma Tony Marfia, direttore di TED Formazione e responsabile di FederTerziario Scuola in Sicilia – e non sono le scuole e nemmeno gli enti di formazione a poter risolvere il problema ma è la politica che lo può risolvere. Tutti gli strumenti attualmente messi in campo per contrastare la dispersione scolastica non risolvono il problema. Con questo convegno ci siamo semplicemente seduti attorno a un tavolo, politica, istituzioni e associazioni, per cercare una collaborazione e fare rete sui territori di Brancaccio e Sperone e su gran parte della Seconda Circoscrizione a Palermo dove c’è un alto tasso di dispersione.”
TED ha intercettato o intercetta ragazzi e ragazze che sono in dispersione scolastica? “È la nostra missione. Ci occupiamo di dispersione scolastica principalmente e cerchiamo di riportare questi ragazzi sui banchi di scuola, formandoli per poi dopo la qualifica professionale o il diploma di tecnico rimetterli nel mondo dell’istruzione. Anche se devo dire che le istituzioni scolastiche ancora non hanno ben chiaro il ruolo delle IFP e ci vedono semplicemente come antagonisti” continua Marfia.
Che età hanno questi ragazzi che voi formate? “Come iscrizioni al primo anno si va dai 13 ai 18 anni, noi possiamo iscrivere ragazzi fino a 18 anni non compiuti. Sono quei ragazzi che hanno perso l’opportunità di frequentare una scuola, li riportiamo sui banchi cercando di dare loro una nuova opportunità, un’opportunità per il loro futuro” continua il direttore di TED.
Nuovi corsi e attività tipo lo “chef da bordo” piuttosto che il “ristorante didattico” a Misilmeri (Pa) e il nuovo ristorante didattico che nascerà presto a Palermo. In una città a forte vocazione turistica e alberghiera. Di cosa si tratta? “Il ristorante didattico è un’iniziativa che nasce da TED Formazione sfruttando una legge, quella della Buona Scuola, la famosa Legge Renzi che ci permette di utilizzare uno strumento come l’impresa didattica e non solo come ristorante ma in tutte quelle che sono le nostre articolazioni didattiche. Quindi inserire l’impresa didattica per proporre ai ragazzi un’esperienza vera sul campo. Noi stiamo aprendo diverse imprese didattiche: la prima è stata il ristorante didattico di Misilmeri, abbiamo attiva un’officina meccanica nel Comune di Carini (Pa), stiamo aprendo un altro ristorante didattico a Palermo e una parrucchieria anche qui a Palermo con l’unica intenzione, l’unico scopo che è quello di dare un’opportunità e sperimentare quello che si studia sui banchi di scuola, offrendo, alla fine del quarto anno, al mondo dell’imprenditoria, del personale già qualificato che ha fatto una propria esperienza” conclude Marfia.
“Siamo convinti che è necessario accendere un faro sulla dispersione scolastica perché abbiamo ormai raggiunto un tasso troppo accentuato. Tra l’altro la dispersione genera devianze e le devianze è quasi scontato che trovino una soluzione nelle realtà malavitose. Noi vogliamo dire alle ragazze e ai ragazzi che ci sono altri percorsi, che c’è un futuro per loro. Bisogna soltanto essere più attenti, precisi e puntuali nell’aiutare i giovani, le scuole fanno un buon lavoro ma evidentemente un apporto esterno non guasta” commenta Santi Gatto, presidente dell’associazione Sant’Erasmo Nautilus.
Al convegno hanno partecipato le psicopedagogiste Carla Cordaro e Rosalba Di Napoli, dell’Osservatorio per la dispersione scolastica del Distretto 14 a Palermo dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, che hanno evidenziato l’esigenza del fare rete e come la scuola da sola non può sopperire al problema della dispersione sui territori.
“Il Distretto 14 che ha sede presso l’IPSSEOA ‘Pietro Piazza’ a Palermo comprende la Seconda, parte della Prima, la Terza e la Quarta Circoscrizione del Comune di Palermo. Il nostro lavoro si svolge attivando un servizio psicopedagogico che è un servizio regionale. Noi ci occupiamo delle borgate più popolose e più problematiche del territorio palermitano. Il fenomeno della dispersione pur essendo diminuito negli anni è ancora abbastanza presente rispetto alla media nazionale. Il modo di affrontare il fenomeno è un metodo ecosistemico perché si snoda su tre sistemi, la famiglia, la scuola e il singolo. Ovviamente coinvolgendo anche il territorio con le associazioni, con le risorse che a seconda del problema noi cerchiamo di coinvolgere. Lavoriamo anche con l’ASP, quindi neuropsichiatria, con i servizi sociali, con un gruppo di operatori del Comune che si attiva per la dispersione scolastica” spiega Carla Cordaro.
“A noi arrivano le segnalazioni delle scuole per diversi problemi, soprattutto per la frequenza irregolare, addirittura evasori che non sono mai entrati a scuola durante l’anno scolastico, quindi a settembre, e gli abbandoni, quindi hanno iniziato a frequentare ma poi non sono più venuti. Ci interroghiamo sulle cause e cerchiamo di risolverle insieme alla scuola, alla famiglia e a tutti i servizi, sia istituzionali che l’associazionismo privato. Quindi facendo accedere i ragazzi in difficoltà al dopo scuola, a laboratori sportivi per cercare di aiutare le famiglie, soprattutto quelle che non possono permettersi questi servizi” conclude Cordaro.
“All’interno dell’Osservatorio ci sono tutte le scuole di un territorio molto vasto che si snoda dalle porte di Villabate (Pa) fino ad arrivare alla Stazione Centrale di Palermo, poi verso il quartiere di Bonagia e Falsomiele e la zona della Seconda Circoscrizione che comprende i quartieri Sant’Erasmo, Brancaccio, Sperone. Un territorio vastissimo che avrebbe bisogno di essere supportato da molte figure professionali, da molte risorse per la problematicità del territorio e la complessità dei fenomeni. Attraverso le segnalazioni che ci arrivano dalle scuole notiamo che c’è molta povertà educativa, di cui si parla tanto, ma noi la tocchiamo veramente con mano e a volte diventa complicato dovere da soli affrontare questa problematica ed è necessaria una rete che funzioni. C’è sempre bisogno di incentivare le risorse umane oltre ai progetti, perché i progetti sono importantissimi, ma è necessario che ci siano delle figure a sistema che si occupino in maniera costante di queste problematiche” spiega Rosalba Di Napoli.
In alcuni quartieri che soffrono di dispersione scolastica, alcuni ragazzi che hanno bisogno di cure con dei supporti psicoterapeutici, soffrono l’assenza di servizi e di figure sanitarie specializzate che possano assisterli nei luoghi in cui vivono. E le loro famiglie non possono permettersi di ricorrere ad un servizio privato.
“I ragazzi possono essere seguiti nel pomeriggio, non solo per i compiti ma per fare altro, è un modo di prendersi cura anche quello, purtroppo il nostro lavoro finisce ad un certo punto, poi c’è bisogno d’altro, soprattutto al pomeriggio. Ci sono ragazzi che hanno bisogno di essere supportati anche per conseguire i titoli di studio, di essere tutorati in questo percorso quindi occorrono certe figure professionali e a scuola si cerca di fare il possibile con le risorse che le scuole hanno. Noi constatiamo che veramente la scuola fa degli sforzi immani” continuano Cordaro e Di Napoli.
Alcuni numeri sulla dispersione dai territori del Distretto 14? “Per quanto riguarda la primaria, nei casi estremi arriviamo a un 3%, alla secondaria abbiamo punte del 7% e invece con il biennio entro i 16 anni che è lo scoglio quasi insormontabile, quindi obbligo scolastico, a volte siamo arrivati anche al 12% in alcune realtà. La secondaria di secondo grado, il passaggio al biennio è quello che ci mette in crisi perché sono adolescenti, molti abbandonano perché trovano dei lavoretti, oppure, ed è questo quello che più ci preoccupa, si tratta di quei ragazzi che non hanno nessuna occupazione, stanno a casa, non studiano, non frequentano i corsi professionali, non lavorano e qui si annida la dipendenza. Ci si rifugia nel mezzo digitale, è un fenomeno che coinvolge addirittura i bambini” spiegano Cordaro e Di Napoli.
Come si calcola la dispersione scolastica? “Di ogni scuola, rispetto alla totalità della popolazione scolastica, gli elementi da valutare sono la frequenza irregolare, le situazioni di abbandono, le bocciature, che sono le tre manifestazioni macro, quindi l’evasione che avviene quando il ragazzo non entra nel circuito, quindi a settembre pur essendo iscritto non frequenta, l’abbandono, quindi quando il ragazzo inizia a frequentare ma poi non frequenta più, la frequenza irregolare sono quelle assenze non continuative, ingiustificate, che ci mettono in difficoltà, perché non sono coperte da certificato medico, ovviamente essendo saltuari, ed è lì che si annida proprio il problema, perché addirittura nella scuola secondaria si invalida l’anno, perché dopo un certo monte orario di assenza si invalida l’anno in automatico, nella primaria non si invalida, però ovviamente ci sono dei vuoti che poi non si riescono a colmare, sia in termini di socializzazione che in termini di apprendimento, quindi è una fenomenologia diversificata. La popolazione scolastica dovrebbe accogliere un numero di studenti però ne ha meno in parole povere” concludono le esperte dell’Usr Sicilia.
Al convegno partecipano anche Rosalia Iovino, giudice onoraria minorile presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, e Clara Pangaro, direttrice del carcere minorile Malaspina di Palermo, che condividono come gli altri ospiti lo stesso spirito e intento “comunitario” del fare rete indispensabile per intervenire efficacemente sul fenomeno della dispersione scolastica.
“Oggi si parla di dispersione scolastica e soprattutto siamo chiamati qui a riflettere sulle migliori strategie che possono essere pensate da parte di tutti gli attori della comunità per una maggiore sensibilizzazione, per agire nella maniera più adeguata con le strategie più adeguate di contrasto al fenomeno. Certamente i dati che riguardano le nostre aree non sono tra i più confortanti e rimangono ancora molto alti rispetto all’evasione. C’è un particolare grado di dispersione proprio nella transizione tra le scuole secondarie di primo grado e quelle di secondo grado. Le realtà che oggi ci ospitano qui hanno anche parlato del mare come risorsa, come prima valorizzazione, secondo il loro slogan ‘il mare di tutti’. Allora credo che l’augurio e il motto più ampio della giornata potrebbe essere che l’istruzione veramente deve diventare di tutti e deve essere realizzata per tutti” dichiara Iovino.
Sulla devianza minorile andando di poco un pò oltre oltre la dispersione scolastica, risponde Clara Pangaro, spiegando come la scuola e il carcere siano accomunati da uno stesso ruolo educativo nei confronti dei giovani: “La scuola ha un ruolo molto importante nell’educazione dei giovani, molti dei ragazzi che fanno ingresso in carcere presentano scarsi livelli di alfabetizzazione, spesso non hanno ancora conseguito e concluso il ciclo degli studi obbligatori, quindi lavorare sulla prevenzione affinché questi ragazzi, che sono anche molto sfiduciati, ritornino a scuola e si possano avvicinare al contesto scolastico è molto importante. La scuola consente loro di avere una serie di strumenti che poi loro possono utilizzare anche per inserirsi in futuro in quello che è l’ambiente sociale e la società da cittadini attivi.”