Diritto allo studio. La regione Puglia stanzia 9 milioni di euro per servizi scuola

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Oggi la giunta regionale della Puglia ha approvato il nuovo Piano Regionale per il Diritto allo Studio relativo all'annualità 2016. "Si tratta di un intervento da 8,8 milioni di euro – ha detto l'assessore all'istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia Sebastiano Leo -.

Oggi la giunta regionale della Puglia ha approvato il nuovo Piano Regionale per il Diritto allo Studio relativo all'annualità 2016. "Si tratta di un intervento da 8,8 milioni di euro – ha detto l'assessore all'istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia Sebastiano Leo -. Grazie a queste risorse sosteniamo azioni volte a rendere effettivo il diritto allo studio, programmando interventi diretti a rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale e contribuire a rendere effettivo per tutti il diritto all'istruzione e alla formazione. Queste risorse – fa sapere l'assessore – saranno trasferite ai Comuni e saranno utili a cofinanziare servizi come le facilitazioni di viaggio, il servizio mensa e il servizio trasporto, nonché l'acquisto di nuovi scuolabus".

Alla spesa per il servizio mensa, che è considerato indispensabile sia nella Scuola dell'Infanzia con orario prolungato e con doppio organico che nella Scuola Primaria per il tempo prolungato, è assegnato un importo pari ad € 6.623.837.

L'importo globale assegnato per il servizio di trasporto ammonta ad € 1.871.700 ed è erogato sia ai Comuni con scuolabus di proprietà, che ai Comuni che erogano il servizio non direttamente ma a mezzo convenzione con terzi.

Per le facilitazioni di viaggio, riservate agli studenti pendolari di Scuola Secondaria appartenenti a famiglie con ISEE inferiore ad € 10.632,94, vengono assegnate complessivamente risorse pari a € 294.480.

Inoltre, dalle economie non spese dai Comuni nell'ambito del Piano Regionale per il Diritto allo Studio 2016, sarà finanziato l'acquisto di nuovi scuolabus sulla base della graduatoria stilata secondo il principio della discriminazione positiva, favorendo cioè quei Comuni che hanno un più alto indice di carenza.

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