Dirigenti scolastici, la solitudine del comando: “Non riesco a staccare mai”. Una professione al limite tra stress, burnout e sacrifici personali. Il report ANP-Lumsa

Quasi 1.800 dirigenti scolastici hanno partecipato all’indagine ANP-LUMSA, presentata dal presidente nazionale ANP Antonello Giannelli al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
Il quadro che emerge è quello di una categoria sotto pressione, con livelli di stress professionale che superano ampiamente le soglie di rischio.
Il campione, composto per il 73% da donne e con un’età media di 56 anni, risulta ben distribuito sul territorio nazionale, con una prevalenza di dirigenti provenienti da Lombardia, Sicilia, Lazio e Veneto. Il 60,7% guida istituti dell’infanzia o primaria, mentre il 32% è alla testa di scuole secondarie di secondo grado.
Solo il 42,4% lavora nel proprio comune di residenza, segno di una mobilità che si traduce in ulteriore fattore di stress.
Carichi insostenibili e salute a rischio: i dati nel dettaglio
Le cifre dell’indagine sono eloquenti: il 99% dei dirigenti dichiara di dover gestire contemporaneamente molteplici compiti e prendere decisioni difficili con regolarità.
Quasi l’85% lamenta una distribuzione del lavoro così irregolare da portare ad accumuli ingestibili, mentre oltre l’80% non riesce a completare tutte le mansioni assegnate. Il 90% lavora a ritmi molto elevati e oltre il 90% si trova spesso in situazioni di disagio emotivo. Il 60% ammette di dover mascherare le proprie emozioni e l’87% di dover mostrare gentilezza verso tutti, indipendentemente dal trattamento ricevuto.
I fattori di rischio misurati (ritmi lavorativi, richieste cognitive, richieste emotive, necessità di nascondere le emozioni) presentano valori medi tutti superiori al cut-off di 75: richieste lavorative 73,61, ritmi lavorativi 85,27, richieste cognitive 88,60, richieste emotive 75,56, richieste di nascondere le emozioni 78,65.
Il confronto con il 2018 mostra un peggioramento: la percentuale di dirigenti sopra la soglia di rischio è aumentata in tutte le aree, con un impatto negativo anche sulla salute psicofisica. Il burnout raggiunge una media di 66,37, lo stress 58,74, i problemi di sonno 54,90, mentre la percezione dello stato di salute generale scende a 38,13.
Il lavoro incide pesantemente sulla vita privata: l’80% dei dirigenti dichiara che le energie spese a scuola hanno effetti negativi sulla sfera personale.
Soluzioni strutturali e urgenza di interventi: le richieste dei dirigenti
L’indagine non si limita a fotografare il disagio, ma individua anche le soluzioni ritenute più efficaci dai dirigenti.
In cima alle priorità, l’introduzione di figure di middle management con deleghe chiare (efficacia percepita: 4,56 su 5), il potenziamento e la formazione del personale amministrativo (4,25) e la possibilità di scegliere o valutare il personale ATA/DSGA (4,12).
Meno incisivi, secondo i partecipanti, i programmi di coaching e sportelli di ascolto (2,81). La fattibilità delle soluzioni vede al primo posto il potenziamento del personale amministrativo (4,06), seguito dall’introduzione del middle management (3,81).
L’ANP, forte di questi dati, ha già richiesto l’apertura di un confronto istituzionale con il Ministero, sollecitando l’attuazione dell’art. 5, comma 3, del CCNL dell’Area Istruzione e Ricerca in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Così commenta il Presidente dell’ANP, Antonello Giannelli: “La complessità e le responsabilità connesse al lavoro dei dirigenti scolastici continuano a crescere, aumentando di conseguenza i fattori di rischio per la salute e pregiudicando la tenuta del sistema scolastico stesso. Abbiamo quindi presentato oggi al Ministro alcune nostre proposte migliorative. Per migliorare il benessere dei colleghi, è necessario ripensare il carico di lavoro e le responsabilità, anche introducendo strumenti che rendano più efficace la loro azione dirigenziale. Sottolineo che non si tratta solo di problemi personali, perché la qualità del sistema educativo è collegata al benessere dei suoi attori”.