Dirigente scolastica multata: chiedeva più aule per il prossimo anno scolastico. L’USR: “Toni allarmistici”
“Avevo solo cercato di procurare aule in più per i miei studenti. E invece sono stata incolpata di inerzia, procurato allarme e danni all’amministrazione pubblica”: è il commento di Alessandra Rucci, la dirigente scolastica dell’istituto Savoia Benincasa di Ancona, colpita da un addebito disciplinare da parte dell’ufficio scolastico regionale delle Marche.
La dirigente nei mesi scorsi aveva scritto all’USR e al Presidente della Provincia per chiedere appunto un numero di aule maggiori, dato l’incremento degli iscritti nella scuola che dirige. “tra crescita di iscritti e Covid abbiamo occupato tutti gli spazi, anche le bellissime aule speciali che le classi usavano a rotazione per attività particolari, abbiamo smantellato due laboratori di scienze e rischiavamo di non poter accogliere tutti gli iscritti“, spiega su Il Corriere della Sera.
La preside però è stata accusata dall’USR, prima di tutto per “non aver fornito tempestivamente avviso all’ufficio scolastico regionale della carenza di aule”, poi nell’interlocuzione con la Provincia di Ancona ha “rappresentato una situazione più grave di quella poi accertata e risolta“, e ha anche rappresentato, “in una lettera indirizzata alle famiglie degli alunni iscritti una situazione logistica di particolare gravità”.
Inoltre, la dirigente sarebbe colpevole secondo l’USR anche per avere “in dichiarazioni ad organi di stampa, rappresentato la medesima situazione di carenza di spazi, motivando la necessità di disporre di ulteriori locali con la necessità di distanziamento sociale imposto dalla pandemia», motivazione che non sarebbe congrua perché la divisione delle classi in gruppi dovute al Covid non è legata alla costituzione delle nuove classi di studenti”
In definitiva, l’USR ha multato la preside per aver adottato “toni inutilmente allarmistici descrivendo in modo precipitoso una situazione la cui gravità era esagerata“.
La Rucci però non ci sta e ha annunciato intende presentare ricorso giudiziario contro la multa di 500 euro per salvaguardare la sua carriera e la sua reputazione, “altrimenti mi impedirebbe l’eventuale partecipazione a concorsi o avvisi”
E conclude: “Mi chiedo se è così che lo Stato intende agire nei confronti di una lavoratrice che ha sacrificato tempo personale, vita familiare ed energie per dare vita ad una scuola che potesse offrire le migliori opportunità ai giovani del territorio, il cui lavoro è sotto gli occhi di tutti, in quanto si è incarnato in una scuola all’avanguardia, piena di risorse, di spazi bellissimi e di proposte didattiche di lavoro”.