Dirigente arrestata, le indagini sono partite dalla denuncia di una maestra. “Fatture gonfiate e firme studenti nei progetti PON raccolte postume per non perdere finanziamenti”, complici anche docenti

‘La Coscienza di Zen-O’, è il nome dell’operazione che ha portato all’arresto una Dirigente scolastica di Palermo per corruzione e peculato. Le indagini, come comparso ieri su tutti i quotidiani, sono state coordinate dalla Procura Europea. Il tutto, a quanto pare, sarebbe partito da una ex Maestra che ha avuto il coraggio di denunciare.
Fatture gonfiate e progetti PON non condotti regolarmente, è quanto emerge dai verbali divulgati dalle autorità in relazione all’arresto di una Dirigente di Palermo che nel 2022 era stata nominata Cavaliere della Repubblica.
La denuncia sarebbe partita da una maestra, a partire dai progetti PON che non sarebbero stati svolti in “maniera diligente e completa“, si legge nei documenti diffusi in questi giorni.
I docenti, sempre secondo questa ricostruzione, avrebbero raccolto le firme degli studenti in orario diverso dallo svolgimento dei progetti. Questo per non perdere i finanziamenti, dal momento che le lezioni pomeridiane dei PON andavano deserte ed era necessario dimostrare l’avvenuta utilità del finanziamento.
A ciò gli inquirenti hanno aggiunto anche fatture gonfiate. Infatti la maestra avrebbe riferito di aver appreso di un finanziamento di 9mila euro per nuove attrezzature in palestra e che le fatture erano state gonfiate, in modo da utilizzare parte dei soldi per acquisti privati. Accuse da dimostrare e che ha fatto partire l’operazione.
Sempre secondo le indagini, sulla scorta delle intercettazioni, la dirigente si sarebbe appropriata di attrezzature della scuola. “Che è un nuovo Mac?“. “Sì ora ce lo portiamo a casa“, è quanto riportato dagli inquirenti relativamente ad una conversazione con la figlia.
“Anche in questo caso, così come già evidenziato in relazione agli iPad, – si legge nella misura cautelare – la genuinità delle conversazioni registrate fugavano ogni ragionevole dubbio sulle reali intenzioni della preside in ordine al nuovo Mac“.
Tra coloro che hanno aiutato la donna ed erano a conoscenza della gestione illegale dei progetti europei e dell’appropriazione di alimenti per la mensa dei ragazzi da parte della dirigente ci sarebbero anche il vicepreside e diversi collaboratori.
“Una realtà torbida – scrive il GIP nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari – e una gestione se non altro dispotica della cosa pubblica da parte della preside, incontrastabile – salvo li pericolo di ritorsioni – ed avvezza alla violazione delle regole di qualsiasi natura, da quelle relative all’emergenza sanitaria a quelle di gestione dei progetti finanziati dall’Unione Europea“.
Gli interventi
Rosolino Cicero, ANCODIS
Sui gravi fatti corruttivi che hanno interessato una Ds con alcuni docenti resto senza parole e incredulo…. è un duro colpo per la scuola e, in particolare, per quella palermitana.
Ma occorre dire senza incertezze che si faccia chiarezza fino in fondo assumendo ciascuno le proprie responsabilità.
La magistratura faccia la sua parte e si lasci fuori l’istituzione scolastica e la sua comunità alla quale porgo la solidarietà, la vicinanza e il sostegno di ANCoDiS.
Ci sono migliaia di Ds e di collaboratori che svolgono con assoluto rigore etico il loro ruolo e assolvono alla funzione assegnata con disciplina e onore.
Sono e resto convinto che la scuola è un ambiente pulito che educa alla legalità senza ambiguità e incertezza.
Non possiamo escludere purtroppo chi predica bene e razzola male con un comportamento segnato dalla volgare sete di potere, di privilegi e di intollerabili ipocrisie!
M5S
“Le notizie che giungono da Palermo sui presunti casi di corruzione e peculato da parte della preside della scuola Giovanni Falcone del quartiere Zen e di altre persone, sono inquietanti e gravissime. L’indagine farà il suo corso ma è fortissima l’amarezza e lo sconcerto nel vedere una scuola e i suoi studenti, tanto più in un contesto complesso come quello del quartiere Zen di Palermo, al centro di dinamiche così distorte e alla mercé di personaggi che, se le accuse fossero confermate, anzichè tutelarla la sfruttavano criminosamente come un bancomat”. E’ quanto affermano in una nota gli esponenti del M5S in commissione Istruzione alla Camera e al Senato. “Le immagini e gli audio diffusi dalla stampa sono francamente indegni e vergognosi perché offendono uno dei nostri beni comuni più preziosi come la scuola pubblica. Il nostro pensiero – osservano – va alla comunità scolastica dell’Istituto Giovanni Falcone, prima vittima di tutta questa vicenda, con un plauso particolare all’insegnante che con la sua denuncia ha fatto emergere fatti così gravi“. FONTE ANSA
Sindaco Palermo
“Rimango sgomento nell’apprendere la notizia dell’arresto della Preside dell’Istituto comprensivo “Giovanni Falcone”, Daniela Lo Verde, che, durante il mio incarico di assessore regionale all’istruzione, ho conosciuto come dirigente scolastica particolarmente dedita al suo lavoro. Alla luce degli odierni accadimenti, è doveroso che le indagini abbiano il loro corso e confido che esse possano inequivocabilmente chiarire i fatti, per il bene della comunità studentesca e della scuola, da sempre importante punto di riferimento civile e sociale del difficile quartiere Zen 2″. FONTE ANSA
Maria Falcone
” L’indagine che ha portato oggi all’arresto di Daniele Lo Verde, preside dell’istituto scolastico Giovanni Falcone di Palermo, mi addolora profondamente e non solo perché i fatti che stanno emergendo sono un insulto alla memoria di mio fratello Giovanni. Conosco bene quella scuola da prima che la dirigesse Lo Verde e l’ho sempre considerata un presidio fondamentale in un quartiere come lo Zen attanagliato da tante criticità, con una presenza criminale notevolissima e una dispersione scolastica tra le più alte d’Italia”. Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice ucciso a Capaci. “Lascia sconcertati scoprire che dietro l’antimafia di facciata di Daniele Lo Verde c’era tanta disonestà. – ha aggiunto – Questo però non mi fa dimenticare la dedizione delle insegnanti, che da anni portano avanti un lavoro prezioso per educare i giovani alla legalità e che sono state sempre presenti con i loro alunni alle manifestazioni per ricordare chi si è sacrificato nella lotta alla mafia”. “Non mi meraviglia – ha concluso – che il malaffare sia venuto a galla proprio grazie alla denuncia di una di queste insegnanti. Ciò deve essere uno sprone per proseguire nell’impegno a difesa dei valori della nostra Repubblica”. FONTE ANSA