Question time con la ministra Azzolina alla Camera: tutte le risposte alle interrogazioni presentate [TESTO e VIDEO]
Question Time alla Camera dei Deputati con la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Sono sei le interrogazioni presentate a cui risponderà la titolare del dicastero di Viale Trastevere.
Le interrogazioni parlamentari
1) Iniziative volte a garantire in maniera tempestiva ed in sicurezza la riapertura delle scuole, anche attraverso una campagna vaccinale straordinaria a favore del personale scolastico (Toccafondi – IV);
La risposta della ministra: “Per questo ritengo che la didattica digitale, strumento utile per la gestione dell’emergenza e risorsa per la scuola del futuro, non possa comunque sostituire la didattica in presenza. I ragazzi hanno bisogno di recuperare quella dimensione di socialità indispensabile per la loro crescita. Desta preoccupazione anche l’aumento del fenomeno dell’abbandono scolastico. Comprendo quindi le recenti manifestazioni studentesche: il diritto all’istruzione è essenziale. Io ho il dovere di dire agli studenti e a tutta la comunità scolastica che il governo ha fatto tutto quello che doveva e poteva fare – e continuerà a farlo – per il rientro a scuola. Lo ha fatto con senso della misura e di grande responsabilità e ha mantenuto fede agli impegni assunti anche grazie allo sforzo dei Prefetti e della comunità scolastica come in ultimo prescritto dal dPCM del 3 dicembre scorso che ha previsto, presso ogni prefettura, l’istituzione di un tavolo di coordinamento per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale. Ricordo, inoltre, che il 23 dicembre scorso è stata firmata l’Intesa con le Regioni sulla base della quale si prevedeva il rientro a scuola già dal 7 gennaio scorso. Si tratta di un accordo che contempla novità importanti tra cui una misura che chiedevo da tempo: il rafforzamento del sistema di tracciamento per le scuole. A ciò si aggiunga che, nel rispetto dei principi di leale collaborazione e di proporzionalità e adeguatezza, con il dPCM del 4 gennaio scorso il Governo ha fornito chiare indicazioni sullo svolgimento dell’attività didattica, avendo a cuore la didattica in presenza: abbiamo infatti autorizzato il rientro in presenza al 50% per le scuole secondarie di secondo grado a partire dall’11 gennaio scorso, limitando dal 7 al 9 gennaio le lezioni a distanza. Spiace che gran parte delle Regioni abbiano posticipato il rientro in classe. Tutto ciò con il rischio di causare disorientamento, precarietà, insicurezza e povertà educativa. Rinnovo, anche in questa sede, la mia disponibilità al dialogo, al confronto, con tutti gli attori istituzionali coinvolti, per il bene delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. La scuola, lo ribadisco, è pronta e in grado di garantire ambienti controllati e con ridotte percentuali di rischio, come rilevato dai dati e dagli studi sui contagi forniti dalle autorità scientifiche. Per quanto riguarda i vaccini, è chiaro a tutti che la scuola sia un servizio pubblico essenziale. Sin dall’avvio del confronto sulla elaborazione del piano vaccinale ho chiesto e ottenuto di garantire priorità al personale scolastico. Auspico dunque che si proceda speditamente con la vaccinazione degli operatori sanitari e degli anziani, per arrivare subito alla scuola, partendo dal personale fragile e da chi ha una età più avanzata”.
2) Iniziatie sulla ripresa dell’attività scolastica, con particolare riferimento all’adozione di adeguate misure di sicurezza e di prevenzione dei contagi(Sasso – Lega);
Azzolina: “La scuola è pronta, importanti investimenti strutturali sono stati fatti”
La risposta della ministra: “Il Governo ha lavorato all’avvio dell’anno scolastico con un importante sforzo organizzativo e anche con una visione che guarda oltre l’emergenza, cercando di generare dalla risposta alla crisi delle opportunità di miglioramento e sviluppo, a partire dal rilancio degli investimenti per l’istruzione. Solo per la ripartenza di settembre abbiamo stanziato più di 3 miliardi. Si tratta di investimenti non una tantum, ma strutturali che, insieme a quanto stanziato nel corso dell’ultimo anno e nella legge di bilancio per il 2021, relegano definitivamente al passato la stagione dei tagli che, hanno confinato la scuola ai margini. I fondi previsti per la ripresa sono stati utilizzati, fra l’altro, per assumere organico aggiuntivo per l’emergenza, per l’affitto di spazi in più per la didattica e per il loro adeguamento da parte degli Enti locali, per i patti di comunità fra scuole ed Enti del territorio, per l’acquisto di arredi, mascherine, igienizzanti. Sono oltre 40.000 le aule in più ricavate. Tutti gli sforzi sono stati diretti, in linea con le indicazioni scientifiche, a consentire lo svolgimento dell’attività in presenza. Proprio grazie a tali interventi gli alunni e gli studenti delle scuole del primo ciclo hanno potuto, tranne in periodi e contesti limitati, fruire della didattica tradizionale. Identica attenzione meritano gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, che erano già tornati a scuola nei primi mesi dell’anno scolastico. È necessario il massimo impegno per un loro rientro in classe, da parte di tutti, ad ogni livello politico e istituzionale, al di là delle singole appartenenze. Pertanto, con il dPCM del 3 dicembre sono stati istituiti presso ciascuna prefettura tavoli di coordinamento, che hanno lavorato incessantemente per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale e delle altre attività dei territori interessati, al fine di agevolare la frequenza scolastica. Questi sforzi devono essere portati a termine. Dobbiamo continuare a lavorare, stimolando tutti al rispetto degli impegni assunti, affinché trovi applicazione, prima possibile, quanto già il 23 dicembre hanno unanimemente condiviso Governo, Regioni e Province autonome, Province, Città metropolitane e Comuni: la ripresa in sicurezza per tutti e l’eventuale ulteriore sospensione o limitazione delle attività didattiche in presenza solo come misura residuale. Questo è l’unico sforzo da intraprendere anche per superare il clima di incertezza che preoccupa scuole, ragazzi e famiglie. La scuola è pronta per far sì che le aule si riempiano delle voci e degli sguardi degli alunni, favorendo il recupero di quella dimensione di socialità relazionale e comunicativa della cui importanza tutti oggi si rendono conto, non solo chi opera nelle istituzioni scolastiche”.
3) Iniziative sulle misure a favore degli studenti per colmare il divario formativo e rimediare ad eventuali disagi causati dal prolungamento della didattica a distanza in relazione all’emergenza sanitaria (Vacca – M5S);
Azzolina: “Mi batto per il rientro in classe il prima possibile, senza scuola non c’è crescita”
La risposta della ministra: “Già prima della pandemia destava preoccupazione il tasso di dispersione scolastica nel nostro Paese. Oggi aumentano i segnali di allarme sociale collegati alla crisi che stiamo vivendo, mi riferisco al fenomeno dei NEET e dell’analfabetismo funzionale. Anche per questo mi batto per il rientro a scuola in presenza il prima possibile: senza scuola non c’è crescita; si accentua sempre più l’abbandono scolastico; aumentano le forme di disuguaglianza e di divario che, invece, è nostro preciso dovere contrastare. Consapevoli di ciò, per tutta l’emergenza abbiamo investito risorse per garantire il diritto all’istruzione delle nostre studentesse e dei nostri studenti, per il digitale e per la formazione degli insegnanti al fine di ridurre gap formativi e i disagi derivanti dall’emergenza epidemiologica. Abbiamo mobilitato, in un anno, oltre 7 miliardi per la scuola.
Richiamo solo le misure più recenti:
- nel decreto “ristori” sono stati previsti ulteriori 85 milioni di euro per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale. Queste risorse stanno consentendo di dotare studentesse e studenti che ne hanno bisogno di oltre 200mila dispositivi digitali e oltre 100mila connessioni.
- il decreto ha previsto anche uno specifico fondo di oltre 5 milioni per attività didattiche extracurricolari finalizzate proprio al recupero di gap formativi.
Il mio impegno, tuttavia, non si ferma: chiederò sin da subito ulteriori risorse per programmare e realizzare specifiche iniziative dirette al contrasto della dispersione scolastica generata anche dall’emergenza epidemiologica; per erogare, per le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione, corsi di consolidamento e recupero degli apprendimenti in presenza, per realizzare, per le istituzioni scolastiche del secondo ciclo di istruzione, iniziative di integrazione, recupero e sostegno degli apprendimenti, finalizzate alla riduzione del gap formativo derivante dal prolungato ricorso all’attività didattica a distanza.
E’ mia intenzione inoltre potenziare i servizi professionali, già in atto, per il supporto e l’assistenza psicologica, da rivolgere in particolar modo a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico, in relazione alla prevenzione e al trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Evidenzio, ancora, che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vede l’istruzione tra le sue fondamentali missioni: il contrasto alla dispersione e all’abbandono scolastico rappresenta uno degli obiettivi principali contenuti nella missione 4 “Istruzione e ricerca”. Ammontano a oltre 16 miliardi di euro le risorse previste complessivamente dal “Next Generation EU” dedicate al potenziamento delle competenze e al diritto allo studio, che insieme ai Fondi SIE/PON e alla programmazione di bilancio 2021-2026 supereranno i 20 miliardi di euro.
4) Iniziative sulla rilevazione delle perdite di apprendimento connesse al prolungamento della didattica a distanza e sull’eventuale previsione di un recupero formativo o del prolungamento dell’anno scolastico (Piccoli Nardelli – PD);
Azzolina ribadisce: “Chiederò ulteriori ristori per superare i gap formativi derivati dalla DaD”
La risposta della ministra: “Condivisibile la sua preoccupazione per la quale la sospensione della didattica in presenza, nonostante gli investimenti del Governo e l’encomiabile impegno quotidiano di tutto il personale scolastico, possa determinare un impoverimento degli apprendimenti. Questo si configura come un problema di particolare serietà, con ricadute non solo sulla vita del singolo studente ma, più in generale, sul futuro del nostro Paese. Il Ministero che mi onoro di rappresentare ha posto e pone tutta la necessaria attenzione. Per conoscere l’effettivo impatto della “perdita degli apprendimenti” prodotta dalle conseguenze della pandemia ed intervenire in modo mirato, concordo con Lei sulla necessità di disporre di dati e analisi sugli apprendimenti degli studenti. Solo così è possibile intraprendere un processo di analisi e la pianificazione di azioni di contenimento dei probabili effetti negativi determinati dalla pandemia. È per tale ragione che stiamo lavorando con le istituzioni scolastiche, rilevando compiutamente anche gli effetti del fenomeno della dispersione scolastica, che rischia concretamente di acuirsi durante l’emergenza che il Paese sta attraversando. Ricordo altresì che l’ordinanza ministeriale n. 11, – del maggio scorso – ha individuato uno specifico strumento da utilizzare in presenza di una o più insufficienze: il Piano di apprendimento individualizzato (PAI). Proprio attraverso il PAI il consiglio di classe individua, per ciascuna disciplina in cui sono state manifestate carenze, gli obiettivi di apprendimento da conseguire, nonché specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento. Il decreto-legge n. 22 dello scorso anno ha disposto che le attività concernenti il PAI si potessero svolgere, non solo nel periodo intercorrente tra il 1 settembre 2020 e l’inizio delle lezioni, ma nel corso di tutto l’anno scolastico 2020-2021, secondo tempi, forme e modalità stabilite dalle singole autonomie scolastiche. Onorevole, come ho già dichiarato, bisogna agire subito. Per questo, oltre alle risorse da ultimo stanziate nel “decreto ristori” e nella recente legge di bilancio per il miglioramento formativo e didattico, chiederò “ulteriori ristori formativi” per potenziare gli strumenti appena ricordati e per realizzare, anche con riferimento al primo ciclo di istruzione, iniziative di integrazione, recupero e sostegno degli apprendimenti, finalizzate alla riduzione del gap formativo derivante dal prolungato ricorso all’attività didattica a distanza”.
5) Iniziative sulle modalità compensative della didattica a distanza, con particolare riferimento a percorsi di recupero e alla prosecuzione fino al mese di luglio dell’anno scolastico (Aprea – FI);
Azzolina: “La didattica digitale è una sfida per il futuro, ma non sostituisce quella in presenza”
La risposta della ministra: “Come già ho avuto occasione di ricordare, solo per la ripartenza di settembre il Governo ha stanziato più di 3 miliardi. Abbiamo disposto l’assunzione di organico aggiuntivo per l’emergenza, l’acquisto di arredi, mascherine, igienizzanti per la prevenzione e la sicurezza di studenti e personale scolastico. Sono state ricavate oltre 40.000 aule dai lavori di edilizia leggera; sono stati affittati spazi in più per la didattica e per il loro adeguamento. Si è investito sui patti di comunità fra scuole ed Enti del territorio, da lei ricordati. Con riferimento alla didattica digitale integrata resto convinta che essa rappresenti un’occasione e una sfida per ripensare la scuola del futuro, con la consapevolezza che non possa sostituire la didattica in presenza. In tal senso, le risorse investite per questa modalità didattica – a valere sul Piano nazionale scuola digitale e sulle risorse PON – che ammontano a oltre 413 milioni con cui sono stati finanziati oltre 34 mila progetti autorizzati, sono un investimento anche per il futuro. A queste misure si aggiungono altri importanti interventi. Desidero ricordare, in tal senso, il Protocollo d’intesa stipulato con il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, che ha consentito, grazie alle risorse stanziate, di garantire specifici servizi professionali per il supporto e l’assistenza psicologica, da rivolgere in particolar modo a studentesse e studenti, oltre che al personale scolastico, per la prevenzione e il trattamento dei disagi derivanti dall’emergenza epidemiologica. Potenzieremo una misura che si sta rivelando determinante per il benessere della comunità scolastica. Con l’Intesa approvata all’unanimità il 23 dicembre 2020 le Regioni si sono impegnate a supportare, in via prioritaria, le istituzioni scolastiche, nella gestione dell’epidemia, nelle attività inerenti alla somministrazione di test diagnostici alla popolazione scolastica di riferimento, all’espletamento delle attività di contact tracing, anche per un più tempestivo raccordo con i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali. In merito al recupero degli apprendimenti, rammento che le modalità compensative della DAD, il decreto legislativo n. 62 del 2017 prevede, per il primo ciclo di istruzione, l’attivazione di “specifiche strategie per il miglioramento dei livelli di apprendimento”. Anche nel secondo ciclo sono previsti interventi didattici finalizzati al recupero delle carenze formative. Basti ricordare l’adozione del piano di apprendimento individualizzato (PAI). O, ancora, la nuova progettazione finalizzata alla definizione del piano di integrazione degli apprendimenti (PIA). Nondimeno, nella consapevolezza che l’ampio e prolungato ricorso alla DAD, risorsa indispensabile in una prima fase, si ripercuota oltre che sulle competenze anche sui comportamenti e sulla sfera emotiva degli studenti, proporrò subito, senza aspettare la fine dell’anno scolastico, l’adozione “ristori formativi”. Oltre al potenziamento degli interventi già previsti per il secondo ciclo di istruzione, si tratta dell’erogazione di attività didattiche compensative, di consolidamento e recupero degli apprendimenti in presenza, in favore degli alunni del I ciclo delle realtà territoriali maggiormente colpite dall’emergenza epidemiologica, dove più intenso è stato il ricorso all’attività didattica a distanza”.
6) Iniziative volte a riaprire in sicurezza gli istituti scolastici o ad implementare la didattica a distanza in modo da evitare divari formativi tra gli studenti (Rospi – Misto-Pp-Ap-Psi).
Azzolina: “Arretrare su istruzione significa rinunciare a pezzo nostro del nostro avvenire”
La risposta della ministra: “Grazie agli investimenti – pari a più di 3 miliardi di euro – stanziati per la ripartenza di settembre, le nostre scuole si sono organizzate in modo da limitare sensibilmente i rischi sanitari e garantire ambienti controllati e regolamentati. Lo confermano le analisi e le ricerche sui contagi finora prodotte delle autorità scientifiche, relative al primo periodo dell’anno scolastico. Circa cinque milioni di alunne ed alunni, appartenenti al primo ciclo di istruzione, sono potuti tornare stabilmente in presenza. Tutto il Governo, con l’approvazione, insieme alle Regioni e agli Enti locali, del cosiddetto “Piano scuola”, nel giugno 2020, ha lavorato alacremente per il rientro a scuola in sicurezza, regolamentando e investendo ingenti risorse anche sulla didattica digitale integrata. Allo stesso modo, nelle scorse settimane, grazie al prezioso contributo dei tavoli prefettizi e al contributo fattivo e operoso di tutto il personale della scuola, sono state delineate, territorio per territorio, piani operativi per il ritorno in classe delle studentesse e degli studenti delle istituzioni scolastiche di secondo grado. Anche quest’attività è stata il frutto di un’Intesa, adottata all’unanimità con Regioni ed Enti locali il 23 dicembre 2020. Nel rispetto delle competenze di tutti gli attori istituzionali coinvolti, il Ministero dell’istruzione, nel continuare a mantenere gli impegni già presi, non smetterà di fare la propria parte, adottando ogni intervento necessario, per prevenire e contrastare i disagi provocati dall’emergenza che stiamo vivendo, supportando le nostre studentesse e i nostri studenti, oltre che tutto il personale della scuola.Arretrare sulla scuola significa rinunciare ad un pezzo significativo del nostro avvenire. Le misure che ho brevemente richiamato testimoniano che come Governo non lo abbiamo fatto nei mesi scorsi e non lo faremo neanche adesso, perché se verrà meno l’apporto di giovani preparati, il nostro Paese rischierà una perdita di sviluppo umano ed economico incalcolabile. L’emergenza sanitaria impone, indubbiamente, di agire con proporzionalità, con adeguatezza e responsabilità. La scuola appartiene a tutti e dalla scuola passa il futuro dell’Italia. Dobbiamo, ciascuno degli attori coinvolti, operare uniti, ricordandoci sempre del peso specifico che la scuola ha nel percorso dei ragazzi”.