Governo incassa fiducia alla Camera: 235 sì e 154 no. Meloni: “Governeremo per cinque anni. Il nostro motto sarà non disturbare chi vuole fare” [VIDEO]

Il Governo Meloni incassa la prima fiducia alla Camera: 235 sì, 154 i no. Domani è previsto il voto al Senato.
Ecco il discorso del premier Meloni in mattinata:
“Il mio ringraziamento, il più sentito, va al popolo italiano, a chi ha deciso di non mancare l’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto nel processo democratico che vuole nel popolo e solo nel popolo la sovranità. Tra i tanti pesi che oggi sento gravare sulle mie spalle oggi c’è quello di essere la prima donna capo del governo di questa nazione. Un ringraziamento va ai partiti della coalizione di governo, ai miei Fratelli d’Italia, alla Lega a Forza Italia, a Noi moderati ai loro leader, a quel centrodestra che dopo avere vinto le elezioni ha dato vita a governo in uno dei lassi di tempo più brevi della storia”.
E ancora: “La celerità di questi per noi era naturale e doverosa. La condizione difficilissima dell’Italia non consente di titubare e perdere tempo. Non intendiamo farlo. Sono intervenuta molte volte in quest’aula, da deputato e da ministro, con un sentimento di emozione e di profondo rispetto. Vale a maggior ragione oggi che mi rivolgo a voi da Presidente del Consiglio. È una grande responsabilità per chi quella fiducia deve meritarsela e per chi deve concederla. Sono i momenti fondamentali della nostra democrazia alla quale non dobbiamo mai mai assuefarci“.
Poi aggiunge: “Intendiamo assumerci pienamente i diritti e i doveri che competono a chi vince elezioni, essere maggioranza parlamentare e governo per cinque anni, anteponendo l’interesse della nazione a quello di partito: non userò i voti degli italiani per sostituire un sistema di potere con un altro”.
Continua Meloni: “L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell’alleanza atlantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia” e alle sue radici “classiche e giudaico-cristiane”.
Poi aggiunge: “Noi oggi interrompiamo tutto ciò dando vita a un governo pienamente politico, assumendoci tutte le responsabilità: anteporremo l’interesse nazionale a quello di parte e di partito, vogliamo liberare le migliori energie di questo paese e garantire un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere. Se per farlo dovremo scomodare potentati o fare scelte che non possono essere condivise da subito da alcuni cittadini non ci tireremo indietro perché il coraggio non ci difetta. Manterremo gli impegni presi con i cittadini”.
E ancora: “L’Italia negli anni ha saputo dimostrare affidabilità a partire dalle tante missioni internazionali delle quali siamo stati protagonisti. E voglio per questo ringraziare le donne e gli uomini delle nostre Forze Armate per aver tenuto alto il prestigio dell’Italia nei contesti più difficili, anche a costo della propria vita: la Patria vi sarà sempre riconoscente”.
Sottolinea: “Il governo è già al lavoro sulla leggi di bilancio. Il contesto economico è il più difficile dal dopoguerra ad oggi. Il 2023 sarà un anno di recessione, non è una congiuntura isolata. I dati sono chiari. I precedenti governi che si sono succeduti sono stati deboli. Siamo nel pieno di una tempesta. La nostra imbarcazione ha subito dei danni. Gli italiani hanno dato a noi il compito di condurre in porto la nave. E noi siamo qui per superare le onde e seguire la bussola delle nostre convinzioni per trovare la rotta giusta”.
Poi spiega: “Siamo convinti che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale per diventare una democrazia decidente”.
E ancora: “Servono investimenti strutturali per affrontare l’emergenza climatica, le sfide ambientali, il rischio idrogeologico e l’erosione costiera, e per accelerare i processi di ricostruzione dei territori colpiti in questi anni dai terremoti e da calamità naturali, come la drammatica alluvione che nella notte tra il 15 e il 16 settembre ha sconvolto la Regione Marche. Consentitemi, insieme a tutti voi, di rinnovare qui il cordoglio per le vittime e la vicinanza a tutta la comunità: siamo al vostro fianco e non vi abbandoneremo, contate su di noi“.
Poi continua: “Sovranità alimentare non vuol dire vietare la vendita dell’ananas, significa non dipendere da nazioni distanti da noi per dare da mangiare ai nostri figli”.
Spiega: “Intendiamo tutelare le infrastrutture strategiche nazionali assicurando la proprietà pubblica delle reti, sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni. La transizione digitale, fortemente sostenuta dal Pnrr, deve accompagnarsi alla sovranità tecnologica, al cloud nazionale e alla cyber-security”.
L’annuncio: “Rinnoveremo quota 100, prestando attenzione al futuro di milioni di lavoratori che andranno in pensione col contributivo”.
Poi annuncia: “Tutele adeguate vanno riconosciute anche a chi dopo una vita di lavoro va in pensione o vorrebbe andarci. Intendiamo facilitare la flessibilità in uscita con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema previdenziale, partendo, nel poco tempo a disposizione per la prossima legge di bilancio, dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno”.
E ancora: “Se sul reddito di cittadinanza in quest’Aula esistono posizioni diversificate, sono certa che tutti concordiamo sull’importanza di porre fine alla tragedia degli incidenti, anche mortali, sul lavoro. Il tema, qui, non è introdurre nuove norme, ma garantire la piena attuazione di quelle che esistono. Perché come ha ricordato anche il sindacato – da ultimo con la manifestazione di sabato scorso -, non possiamo accettare che un diciottenne come Giuliano De Seta – e cito lui per ricordare tutte le vittime -, esca di casa per andare a lavorare e non torni mai più”.
Poi spiega: “Occorre mettere fine alle morte sul lavoro. Non possiamo accettare la morte di Giuliano e di altre vittime. Conosco l’impegno giovanile, difficilmente non troverò simpatie per chi contesterà il mio governo in piazza. Perché quella storia è anche la mia. A chi scenderà in piazza contro di noi, ricordo una frase di Jobs. Siate affamati, siate folli. Aggiungo siate liberi. Aumenteremo l’assegno unico, aiuteremo le giovani coppie col mutuo per la casa, incentiveremo l’occupazione giovanile. Chiederemo ai comuni di aprire asili nido gratuiti e aperti fino alla chiusura di uffici e industrie”.
Infine: “Quel pregiudizio politico nei confronti del governo “credo che in parte sia persino giustificato. Sicuramente per la parte che mi riguarda. Sono la prima donna incaricata come presidente del Consiglio dei ministri nella storia d’Italia, provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, per semplificare, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l’aiuto di una valida squadra di ministri e sottosegretari, con la fiducia e il lavoro dei parlamentari che voteranno favorevolmente, e con gli spunti che arriveranno dalle critiche di coloro che voteranno contro”.
Il messaggio dedicato alle donne
“Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste”.
“Donne che hanno osato per impeto, per ragione, o per amore. Come Cristina (Trivulzio di Belgioioso, ndr), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (Montmasson ndr), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (Strada ndr) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (Montessori ndr) o Grazia (Deledda ndr) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese”. “Eppoi Tina (Anselmi ndr), Nilde (Jotti, ndr), Rita (Levi Montalcini, ndr ), Oriana (Fallaci, ndr), Ilaria (Alpi, ndr), Mariagrazia (Cutuli, , ndr), Fabiola (Giannotti, ndr), Marta (Cartabia, ndr), Elisabetta (Casellati, ndr), Samantha (Cristoforetti, ndr), Chiara (Corbella Petrillo, ndr). Grazie, Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io”, conclude nel suo passaggio dedicato alle donne.
La replica
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso di replica alla Camera, ha spiegato, sulla scuola: “Uguaglianza e merito non sono contrapposti. Tutti devono avere le stesse possibilità”.
Poi aggiunge: “Stamattina ho parlato anche di natalità e famiglia, sa perchè? Perchè io considero sì, una sconfitta, che una donna debba rinunciare a lavorare per avere un bambino, ma considera altresì una sconfitta che una donna debba rinunciare ad avere un bambino per lavorare… Quindi, quando si dice ‘di aiutare la famiglia e la natalità’, lo si fa per garantire piena libertà. È una sfida”.