Diplomati Magistrale in GaE, Anief: ecco perché sentenza sarà a febbraio

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comunicato Anief – Il Consiglio di Stato vuole vederci chiaro: è questo il senso del rinvio al 20 febbraio della decisione sui diplomati magistrale da mantenere nelle GaE.

I giudici hanno ritenuto che l’eventuale revisione del principio di diritto enunciato dalla sentenza dello stesso organo di giustizia, la n. 11 del dicembre 2017, richieda un adeguato approfondimento in sede di merito, per la discussione del quale è stata fissata sin d’ora l’udienza pubblica del 20 febbraio 2019.

Nelle more fino a quella data, in attesa del nuovo giudicato, non saranno concessi ulteriori provvedimenti cautelari per l’inserimento nelle GaE di nuovi ricorrenti.

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il Collegio del Consiglio di Stato ha preso atto della serietà dei temi sollevati dalla nuova ordinanza all’adunanza plenaria. Quella presa a Palazzo Spada è una decisione che, a nostro parere, potrebbe rimettere tutto in discussione. Detto ciò, attendiamo fiduciosi, anche se quanto accaduto in passato ci fa stare, per forza di cose, con i piedi per terra. Perché, ricordiamo, non può passare inosservato che lo stesso Consiglio di Stato, prima del 20 dicembre scorso, si era espresso in modo favorevole con ben sette sentenze passate ‘in giudicato’. Aderendo, in questo caso, alla Direttiva 1999/70/CE. Nel frattempo, rimane pendente il reclamo collettivo al Consiglio d’Europa e il ricorso alla Cassazione per l’annullamento della stessa sentenza 11/17 della stessa Plenaria: la battaglia continua su più fronti”.

Ricordiamo che la rimessa in discussione della questione sui diplomati magistrale è avvenuta dopo che l’Anief è intervenuta ad adiuvandum con i propri legali Walter Miceli, Sergio Galleano, Vincenzo De Michele, Nicola Zampieri in difesa di alcuni docenti coinvolti nell’epurazione delle graduatorie ad esaurimento: attraverso l’impugnazione, patrocinata dall’avvocato R. Brunetti, è stato ottenuto il pieno accoglimento dell’istanza presentata e la trasmissione del ricorso all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, proprio per dirimere la questione della valenza erga omnes delle sentenze di annullamento dei decreti di aggiornamento GaE già passate in giudicato e ottenute sempre dallo stesso giovane sindacato.

A sollevare il problema sono stati i giudici della VI sezione del Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 05941/2018, hanno dato via libera per l’iscrizione degli “appellanti nelle GAE di riferimento, al fine di mantenere, oltreché la res controversa in sé integra, scevra di ogni effetto nocivo la mora judicii nei confronti di costoro” ed anche per tale motivo l’organo di giustizia “accoglie l’istanza cautelare (ricorso NRG 5941/2018) e, per l’effetto, sospende l’esecutività della sentenza impugnata”.

A questo punto, la Plenaria dovrà chiarire se l’annullamento del decreto ministeriale 2014, di aggiornamento delle GaE, passato ‘in-giudicato’ e richiamato nei successivi decreti ministeriali di aggiornamento annuale di scioglimento della riserva, sia efficace anche per altri. E, a cascata, se il licenziamento di 50 mila maestri, attuato con il Decreto Dignità approvato lo scorso agosto, è lecito o no. Successivamente il Governo ha anche negato il ripristino delle “finestre” di accesso nelle GaE ed avviato un concorso straordinario, lo scorso 7 novembre, per 12 mila posti, aprendo all’ennesima corsa all’impugnazione in tribunale per via delle tante esclusioni illegittime e perché pur ammettendo i diplomati magistrale alla procedura riservata esclude coloro che non hanno svolto i 24 mesi di servizio.

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