Dipendenti pubblici in servizio fino a 70 anni. Pacifico (Anief): fuori luogo, il personale scolastico dovrebbe andare in pensione a 60 anni
Nel Disegno Legge di Bilancio 2025 approvato dal Consiglio dei Ministri, reso noto stamane con una bozza pubblica, viene confermata la possibilità per i dipendenti del pubblico impiego di rimanere in servizio fino a 70 anni, a domanda: la richiesta sarà esaudita nella riserva del 10% delle nuove assunzioni, al netto delle aliquote di blocco del turn over introdotte.
La norma approvata, presto all’esame del Parlamento, prevede che i Ministeri potranno “trattenere in servizio, previa disponibilità dell’interessato, nei limiti del dieci per cento delle facoltà assunzionali autorizzate a legislazione vigente, il personale dipendente, ivi incluso quello di cui all’articolo 3 del predetto decreto legislativo n. 165 del 2001, con esclusione del personale delle magistrature e degli avvocati e procuratori dello Stato, di cui ritengono necessario continuare ad avvalersi”. La disposizione, scrive la stampa specializzata, si applica anche allo svolgimento di attività di tutoraggio e affiancamento ai neoassunti, o per esigenze funzionali non diversamente assolvibili. Il personale selezionato dalle amministrazioni, sulla base delle esigenze organizzative e del merito, non potrà comunque permanere in servizio oltre il settantesimo anno di età.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, “è fuori luogo, il personale scolastico dovrebbe andare in pensione a 60 anni. Ricordiamo che sono tantissimi i lavoratori della scuola che chiedono di uscire in anticipo per accedere alla meritata pensione e che invece sono costretti a rimanere in servizio loro malgrado fino a 67 anni: per chi lavora a scuola, particolarmente sottoposto a patologie e stress relazionali, che sfociano spesso in burnout, questa situazione costituisce un vero e proprio diritto negato contro il quale come sindacato continueremo a batterci in tutte le sedi”, conclude Pacifico.