Dipendenti pubblici, in media guadagnano oltre 34mila euro. Docenti e ATA sotto la media. Record di precari a scuola. Dati INPS

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L’ultimo report dell’Osservatorio Inps ha rivelato dati significativi riguardanti i lavoratori nel settore pubblico in Italia. Nel 2022, il numero medio mensile di impiegati ammontava a 3.332.254, con una retribuzione media annuale di 34.153 euro.

Tuttavia, si è evidenziata una disparità salariale nel settore scolastico, dove gli insegnanti percepiscono meno di 30.000 euro annuali, e il personale Ata meno di 25.000 euro.

Circa il 60% dei lavoratori statali, ovvero quasi 2,25 milioni, sono donne. Geograficamente, il 42,8% lavora al Nord, il 33,2% nel Mezzogiorno, e il 23,9% nel Centro, con retribuzioni medie più basse nelle regioni settentrionali rispetto al Centro.

Nel settore scolastico, il precariato è particolarmente evidente con circa il 25% dei supplenti su 870.000 cattedre totali. La situazione salariale è ancora più critica per i precari, con una media annua di soli 12.145 euro.

La maggior parte dei lavoratori pubblici, l’82,7%, ha un contratto a tempo indeterminato, con una media salariale annua di 38.083 euro. Tuttavia, oltre il 60,4% dei lavoratori guadagna meno di 35.000 euro all’anno, con la fascia 25.000 – 29.999 euro che rappresenta il 17,1% del totale.

Secondo l’Osservatorio, su 3,7 milioni di lavoratori pubblici con almeno una giornata retribuita nel 2022, 1,35 milioni hanno più di 55 anni. Si può stimare che, nell’arco di dieci anni, oltre un terzo dei dipendenti pubblici accederà alla pensione. La classe di età modale nel 2022 sarà quella tra i 55 e i 59 anni, con 694.911 lavoratori (18,8% sul totale). Inoltre, il 77,9% della collettività ha età maggiore o uguale a 40 anni.

L’Osservatorio nazionale ha evidenziato differenze significative regionali, sottolineando che la maggior parte degli enti è collocata al Nord ed in particolare nel quadrante ovest (circa il 37%). Al centro e al nord il numero di enti di diritto pubblico risulta mediamente 3,4 volte il numero di enti di diritto privato. Tale rapporto, diventa di circa sette volte al sud e diciotto nelle isole.

A livello regionale, un terzo degli enti pubblici (il 33,3%) è concentrato in Lombardia e in Piemonte. La Valle d’Aosta, l’Umbria, la Basilicata e il Molise insieme arrivano al 4,7%. Nel Lazio a fronte di un numero di enti pari al 6,2% del totale vi è una forte concentrazione dei monti retributivi e delle giornate retribuite che sono rispettivamente del 55,3% e del 57,5%. Il Lazio insieme alla Lombardia, alla Toscana e al Trentino-Alto Adige presenta il rapporto più piccolo (meno del 3%) tra enti di diritto pubblico ed enti di diritto privato. I rapporti più alti, invece, si registrano in Sardegna (33,3%), in Calabria (24,3%) e in Basilicata (17,2%).

L’81% degli enti ha meno di 50 dipendenti, mentre quelli con oltre 250 dipendenti, pari al 5% del totale, comprendono quasi il 92% dei monti retributivi totali.

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