Dimissioni e TFR o scadenza contratto e NASPI, cosa conviene?

Quando bisogna scegliere tra due soluzione la più conveniente è sempre quella che “costa meno” e che prevede entrate extra.
In molti casi capire la strada giusta da percorrere non è facile, ma valutare pro e contro potrebbe essere utile. Cerchiamo di capire la situazione del nostro lettore e aiutarlo a valutare pro e contro della sua situazione.
Buonasera
Vi scrivo in merito alla mia situazione e per chiedere chiarimenti su essa.
Sono un dipendente con contratto a tempo DETERMINATO di un’azienda metalmeccanica, vorrei fare le dimissioni volontarie a breve per poter poi aprire la mia partita IVA e lavorare poi in maniera autonoma.
Nessun problema fin qui.
Fatto sta che l’ufficio CGL a cui mi sono rivolto, mi ha informato che avendo una figlia minore di 3 anni, non è possibile eseguire le dimissioni volontarie in questa modalità, ma rivolgersi all’ufficio dell’Ispettorato del Lavoro e chiedere loro la volontarietà del fatto tramite colloquio.
Ora vi spiego il mio problema:
Anni fa ho sottoscritto un’assicurazione dove veniva raccolto il mio TFR, il quale al posto di venire versato in azienda, andava in questo fondo. L’unico modo di avere indietro questo TFR dal fondo è la “dimostrazione di non lavorare” (che non vuol dire essere in possesso della disoccupazione in sé, ma semplicemente dimostrare che non lavoro, tramite un appuntamento dall’ispettorato che mi rilascerà un attestato che dimostrerà tale cosa).
Questa mia situazione, non mi permette di aprire partita IVA in anticipo, perchè risulterebbe “sporca” (e quindi NON riscattare l’assicurazione) e inoltre non posso licenziarmi volontariamente, se prima non dimostro di avere già un lavoro all’ispettorato al lavoro.
la mia volontà è quindi:
- Licenziarmi per iniziare il prima possibile ad aprire partita IVA e quindi iniziare a lavorare a pieno regime.
- Riscattare la mia assicurazione (TFR) perchè è abbastanza denaro per un eventuale “paracadute” iniziale.
Ovviamente è mio interesse potenziare questo business.Cosa fare? Sottolineo che il mio è un contratto a tempo DETERMINATO con scadenza a fine agosto.
Altra domanda:
Ci sarebbe poi la possibilità di ricevere la NASPI anticipata alla scadenza del mio contratto e proseguire poi con la partita iva, dico bene?
Chiarimenti su questa: Ipotizzando uno stipendio netto di 1500€/mese da oltre 6 anni.
E’ ipoteticamente corretto il mio discorso o c’è qualcosa che manca?
Se ricevo la quota NASPI anticipatamente,
- ci saranno conseguenze sulla fatturazione della partita IVA (il regime di mio interesse sarebbe quello forfettario)
- a quanto ammonta la NASPI?
Spero sia tutto chiaro e di essermi spiegato al meglio.
Grazie
Naspi anticipata o TFR?
Licenziarsi subito e aprire partita Iva agli occhi dell’assicurazione cui ha versato il TFR potrebbe non essere sufficiente per la liquidazione. In alcuni casi, e questo glielo dico perchè molti lettori me lo hanno fatto notare, chiedono addirittura alcuni anni di assenza di impiego per liquidare le somme spettanti. Le consiglierei, quindi, in tal senso di informarsi prima.
Se la sua intenzione è quella di aprire una partita IVA potrebbe iniziare a farlo in concomitanza del suo contratto di lavoro e potenziare, poi, la sua attività alla scadenza dello stesso. Ma faccia attenzione: per poter chiedere la Naspi non deve aver fatturato più di 4800 euro entro agosto con la partita IVA, altrimenti l’indennità di disoccupazione non le verrà proprio riconosciuta.
La via migliore secondo me sarebbe attendere per l’apertura di essere a ridosso del termine del contratto e attendere anche di fatturare. Per avere così diritto alla Naspi piena. In questo modo potrà richiede subito la Naspi anticipata che, una volta accolta non andrà in nessun modo ad incidere sulla fatturazione successiva della partita Iva. E potrà fatturare quanto meglio desidera.
A quanto ammonta la NAspi? Questo non so dirglielo perchè dipende dalle retribuzioni medie degli ultimi 4 anni. Ma sicuramente se ha lavorato ininterrottamente negli ultimi 48 mesi la Naspi le spetterà per 24 mesi e l’importo liquidato con l’anticipo sarà abbastanza consistente (deve considerare che sarà tassato). E il conteggio della Naspi che le spetterà deve farlo sulle retribuzioni lorde.
Come procedere a un calcolo grossolano? Prenda le buste paga degli ultimi 48 mesi e faccia il conto del totale, poi divida per le mensilità di paga tenendo conto anche della tredicesima. In questo modo ottiene la sua retribuzione media lorda degli ultimi 48 mesi.
Se la retribuzione media che ottiene è pari o inferiore a 1.250,87 euro le spetterà il 75% di questo importo.
Se è superiore le spetterà il 75% di quell’importo a cui aggiungere il 25% della differenza tra la retribuzione media e 1.250,87 euro.
Ma tenfa presente che l’importo della Naspi non potrà, in ogni caso, superare i 1.360 euro lordi mensili.
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